Olimpiadi 2026, Sala e i tre schiaffi a Torino

Sindaco in forcing. Il Coni: decisione il 1° agosto o il 10 settembre

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Milano, 11 luglio 2018 - Viva Milano, abbasso Torino. Il sindaco Giuseppe Sala, prima della Giunta e del Consiglio del Coni sulla candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026 che si sono svolti ieri, elenca i tre motivi per cui il capoluogo lombardo ha più possibilità di vittoria su quello torinese. Primo motivo: «Ha più senso avere Milano come candidata perché Torino ha avuto le Olimpiadi invernali recentemente (2006, ndr)». Secondo motivo: «Bisogna garantire al Cio che nel post-Olimpiadi quello che si realizza si deve conservare. Torino ha avuto un grande beneficio come città dai Giochi nel 2006 ma non ha conservato tutto come aveva promesso». Terzo motivo: «Quello che conta è non arrivare con spaccature, con città candidate in cui qualcuno crea dei distinguo. Anche da questo punto di vista la Appendino ha la vita più difficile della mia perché i distinguo, a Torino, ci sono. E questo potrebbe contare».

Ogni riferimento del sindaco milanese agli anti-Giochi nella maggioranza grillina torinese è puramente voluto. Sala parte in forcing, ma non esclude a priori un asse con Torino, come chiesto dal Governo in nome di Olimpiadi «low cost»: «L’alleanza Milano-Torino? Il punto è che una città deve essere la candidata e l’altra di supporto. Io vorrei fosse Milano, la Appendino Torino. Temo che non se ne venga fuori. Ma non perdiamo le speranze di riuscire a fare qualcosa assieme». Il sindaco di Milano guarda già alle avversarie straniere: «Stoccolma è una candidatura molto pericolosa. La Svezia ha una tradizione enorme nello sci, ma non ha mai ospitato le Olimpiadi». La Giunta del Coni, intanto, ieri ha varato una Commissione per valutare il dossier e la candidatura italiana migliore per i Giochi del 2026. La commissione, coordinata dal segretario generale del Coni Franco Morganti, dovrà seguire 13 linee-guida decise dal Coni prendendo spunto dalle indicazioni date dal Governo venerdì su Olimpiadi low cost ed ecosostenibili ed eredità da lasciare alla città candidata. Il Coni aggiunge «l’adesione piena e incondizionata del Consiglio comunale delle città» e «l’acquisizione del supporto politico da parte delle Regioni e/o province coinvolte». Due fattori che sembrano favorire Milano, la cui candidatura gode di un’ampia condivisione in Comune e dell’appoggio della Regione Lombardia.

I lavori della Commissione dovranno concludersi entro una delle date fissate per le prossime riunioni del Consiglio nazionale Coni: il 1° agosto o il 10 settembre, «termine ultimo per la decisione», sottolinea il presidente del Coni Giovanni Malagò. Sala fa una personale previsione: «Temo che prima di settembre non verrà presa nessuna decisione. Spero che prevalgano i ragionamenti tecnici e non politici».

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