Olimpiadi 2026, Sala lancia Milano: "Il Governo si sfila? Cambierà idea"

Il primo cittadino ottimista: "I soldi si trovano"

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala

Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala

Milano, 20 settembre 2018 - «I fondi per le Olimpiadi invernali del 2026? Mancano ancora sette anni. Saremo capaci di trovare una soluzione. Avanti con Milano-Cortina». Il sindaco Giuseppe Sala professa ottimismo sulla candidatura del capoluogo lombardo insieme alla cittadina veneta, una candidatura sostenuta dalle Regioni Lombardia e Veneto ma non dal Governo, almeno per ora.

«Il Comitato olimpico internazionale (Cio) chiede che ci sia qualcuno che garantisca per i fondi – spiega il primo cittadino –. Se non lo fa il Governo, lo fanno le due Regioni. Il Pil di Lombardia e Veneto è più alto del Pil svedese e austriaco. Qui ci sono aziende che possono sponsorizzare. Per Expo 2015 ho raccolto 400 milioni di euro e non c’era un marchio importante come quello delle Olimpiadi. I soldi si troveranno». Le due Regioni dovrebbero reperire 360 milioni di euro: 180 milioni a testa, 26 milioni all’anno. Sala conta sul fattore tempo. «Sui fondi mi auguro che il Governo ci ripensi, magari dopo la designazione di Milano». Ma da Roma, per adesso, arrivano segnali contraddittori. Il ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini sostiene che «se Torino si ritira per motivi politici, il dovere del Governo è sostenere chi non si ritira», cioè Milano e Cortina. I capigruppo del M5S alla Camera e al Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, invece, ribattono che «il sindaco Chiara Appendino non ha alcuna responsabilità. La mancata candidatura Milano-Cortina-Torino è da addebitare all’arroganza e all’irresponsabilità di Sala». In serata, intanto, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport, il leghista Giancarlo Giorgetti, ribadisce: «La candidatura Milano-Cortina? Per iniziativa del Governo sicuramente no, se Lombardia e Veneto trovano investitori privati e non ci mette niente il Governo, facciano pure».

Posizioni distinte e distanti tra Lega e M5S e anche all’interno del Carroccio. Il sindaco di Milano non si stupisce troppo: «Il Governo è composto da due forze politiche non sempre allineate. Sembriamo sempre la solita Italia che litiga su tutto. Ma all’estero non è così differente». Sala, intanto, si aggiorna sulla missione che gli assessori allo Sport di Milano e Cortina, insieme a Coni, hanno compiuto ieri per presentare la candidatura delle due città nella sede del Cio di Losanna. Il primo passo è stato fatto. «È un bene per Milano e per l’Italia avere il nome di Milano come primo nella candidatura», sostiene Sala, che non si scompone neanche quando un cronista gli chiede se Olimpiadi garantite dai governatori Attilio Fontana e Luca Zaia non siano troppo leghiste: «Ma no. Auguro a questo Governo di andare avanti – un po’, non tantissimo – ma in sette anni cambieranno tante cose. Cominciano a lavorare sui territori, più che sugli schieramenti politici». Il sindaco fa capire che questo Governo non durerà in eterno e il prossimo potrebbe finanziare i Giochi. Governo o no, comunque, Milano va avanti. «Il lombardo-veneto è forte e credibile all’estero, ha le energie per affrontare una sfida non facile. Noi stiamo ancora godendo del traino di Expo, quando si esaurirà speriamo arrivi il traino delle Olimpiadi». Rivali permettendo. Contro Milano sono schierate la svedese Stoccolma, la canadese Calgary e la turca Erzorum. Sala teme soprattutto Stoccolma, «una candidatura con pregi e difetti. Il pregio? È la capitale di un Paese serio e con una tradizione nello sci nordico. Il difetto? è organizzata in due Paesi a due ore di volo di distanza».

 

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