Ruby ter, il processo va avanti ma ora le olgettine non parlano più

Respinta la richiesta di “assoluzione anticipata“ delle ragazze per il reato di falsa testimonianza. Ma anche Guerra e Sorcinelli non si fanno interrogare

Da sinistra, le soubrette Barbara Guerra e Alessandra Sarcinelli

Da sinistra, le soubrette Barbara Guerra e Alessandra Sarcinelli

Milano - No al proscioglimento immediato delle “ex olgettine“ dall’accusa di falsa testimonianza. Restano imputate nel processo sul caso Ruby ter assieme a Silvio Berlusconi anche di corruzione in atti giudiziari fino alla valutazione dei reati contestati al termine del dibattimento. Lo hanno stabilito i giudici della settima penale respingendo le istanze dei difensori delle ex ospiti delle serate di Arcore, accusate con l’ex premier anche di corruzione in atti giudiziari perché avrebbero incassato denaro e regalie varie per portare nei due processi sul caso Ruby (ormai quasi dieci anni fa) la versione delle "cene eleganti" al posto di quella del "bunga-bunga".

Tenuto "conto dello stato avanzato, ma non completato dell’istruttoria", hanno scritto i giudici (Tremolada-Gallina-Pucci) nella loro ordinanza, "non sussistono i requisiti di evidenza" per l’obbligo di "declaratoria" di immediata assoluzione. I legali delle giovani, in gran parte ex showgirl, avevano fatto leva sull’ordinanza del 3 novembre con cui il collegio ha accolto un’eccezione della difesa di Berlusconi. Erano state spazzate via con una dichiarazione di "inutilizzabilità", in pratica, le deposizioni di 18 ex partecipanti delle nottate a villa San Martino, sentite come testi, tra il 2012 e il 2013, nei due processi sul Ruby-gate, tranne quelle di Iris Berardi e per una parte anche quelle di Barbara Guerra (che ieri ha rinunciato all’interrogatorio come Barbara Sorcinelli).

Dalla "primavera 2012", aveva scritto il tribunale, la Procura "aveva elementi indizianti le elargizioni di Berlusconi" in favore "delle ragazze" indicate come testimoni. Erano in pratica "sottoposte ad indagini" e quindi andavano ascoltate con le garanzie previste, con facoltà di non rispondere e assistite da avvocati. Rischiano di cadere, dunque, le imputazioni di falsa testimonianza (tra l’altro si prescriveranno nei prossimi mesi), ma nel caso venisse cancellata così anche la qualifica di pubblici ufficiali delle ragazze-testi, sarebbe in bilico pure l’accusa di corruzione in atti giudiziari.

Il pm Luca Gaglio e l’aggiunto Tiziana Siciliano avevano chiesto che le istanze venissero respinte, ritenendo "folle" una decisione di proscioglimento iimmediato perché quei reati sono "strettamente connessi" con l’accusa di corruzione. E con pronunce di proscioglimento il collegio, secondo i pm, si sarebbe reso "incompatibile" a un nuovo giudizio. «È un’ordinanza, quella di oggi, che non cambia di una virgola la valutazione della portata significativa della decisione del 3 novembre", ha spiegato l’avvocato Federico Cecconi, legale del leader di Forza Italia. I giudici "così facendo – ha aggiunto – escludono ogni forma di imbarazzo a dover valutare congiuntamente le varie ipotesi di reato oggetto di questo processo". Dibattimento che andrà avanti per tutti gli imputati per le due contestazioni e proseguirà il 19 gennaio coi primi testi della difesa di Berlusconi.  

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