Covid, occhi puntati sugli ospedali: ricoveri in aumento

Erano 19 in tutto i ricoverati per Covid mercoledì al Policlinico di Milano. Pochi, rispetto ai picchi delle ondate pandemiche quando i pazienti col coronavirus arrivavano a occupare un terzo dei 900 letti della Ca’ Granda, al netto dei moduli della maxi terapia intensiva della Fiera. Ma pur sempre quasi il doppio rispetto ai dieci pazienti Covid che l’ospedale contava la settimana scorsa. Riflesso dell’aumento, non esponenziale ma ormai visibile, dei ricoveri per Covid in Italia e in Lombardia, che nell’ultima settimana hanno invertito la rotta rispetto alla discesa di fine giugno e alla relativa stabilità di luglio: ieri si contavano 236 letti occupati causa coronavirus negli ospedali lombardi, di cui 206 nei reparti, in aumento di 12 dal giorno prima, e 30 in terapia intensiva, uno in più. Mentre sono stati tre i morti con un tampone positivo al coronavirus, il totale è 33.822 dall’inizio della pandemia.

Gli occhi sono puntati sui reparti, nuovo ago della bilancia per eventuali restrizioni perché sono la cartina al tornasole dell’effetto delle vaccinazioni di massa, anche se le voci di chi lavora, nei reparti, continuano a ripetere che la grandissima parte dei ricoveri per Covid oggi riguarda persone non vaccinate, del tutto o in parte. Ma il contraccolpo sugli ospedali dell’impennata di contagi innescata da fine giugno dalla variante Delta resta il banco di prova sul quale si misureranno eventuali provvedimenti per evitare un’altra crisi sanitaria in autunno. Ieri, in Lombardia, di nuovi contagiati dal coronavirus ne sono stati scoperti 661 (209 nel Milanese, 111 a Milano città) con 38.602 tamponi processati, l’1,7% risultati positivi. Mercoledì erano 720 su 38.289 tamponi, martedì 641; i volumi di nuovi contagiati quotidiani sono circa il triplo rispetto a tre settimane fa.

Giulia Bonezzi