Oasi della cava, scatta l’allarme acqua alta

Gli sversamenti provenienti dal laghetto dei Cigni di Milano 3 formano un tappo alla falda e lo stagnamento può causare la moria dei pesci

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di Massimiliano Saggese

Acqua alta nell’Oasi della cava a causa degli sversamenti provenienti dal laghetto dei Cigni di Milano 3. Allarme delle sentinelle del parco Sud: in questo modo si forma un tappo alla falda acquifera e lo stagnamento rischia di provocare la morìa dei pesci. Ormai sono oltre dieci anni che gli ambientalisti dell’associazione Parco Sud lottano per tenere viva l’Oasi della cava di Basiglio. Un polmone verde protetto e sotto la tutela della città Metropolitana che se non fosse per opera dei volontari oggi sarebbe ridotto ad un acquitrino senza più fauna ittica. Ad accorgersi che ancora una volta qualcosa non funziona bene alla cava sono state proprio le sentinelle che, in un periodo di siccità con piogge scarse, hanno visto salire il livello abbondantemente sopra la media annuale, il livello dell’acqua.

Segnale che le acque bianche, quelle piovane raccolte dai tombini della zona, stanno portando molta acqua. Cosa sta succedendo lo spiega la sentinella Tony Bruson: "Da giorni stanno ripulendo il laghetto dei cigni di Milano 3 e per ossigenare l’acqua e stanno scaricando nelle condotte delle acque bianche che portano alla cava dell’Oasi. Poi pompano nel laghetto dei cigni acqua sorgiva. Peccato che l’acqua stagnate finisce in grandi quantità nella cava tanto che il livello è cresciuti di quasi 30 centimetri, questo provoca un peso eccessivo che impedisce alla sorgiva (la cava nasce su una sorgiva di acqua pulita) di "lavorare". Così sul fondo si depositano le impurità del laghetto dei Cigni rendendo la cava un acquitrino. Il rischio è che passata l’estate cominceranno di nuovo le morie di pesci come capita ogni anno". L’allarme però riguarda principalmente l’inquinamento come accaduto nel 2016 quando nella cava arrivò un botulino che sterminò la fauna ittica e per questo il gestore del laghetto era anche stato diffidato. Una soluzione è anche stata avanzata da esperti contattati dalle sentinelle ma è rimasta per ora sulla carta: "Bisogna scaricare le acque del laghetto dei cigni nella roggia perché lì l’acqua scorre e non c’è rischio di ristagno e quindi di inquinamento", spiega Bruson. Infine ora sotto la lente degli ambientalisti ci sono anche i punti di lavaggio auto presenti nei garage: "Anche in questo caso temiamo che le acque sporche finiscano nella cava". Insomma mentre il laghetto dei cigni si fa bello per l’estate la cava rischia di soffocare

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