Via Lombroso, arriva lo sfratto per l’Oasi del Clochard: "Dobbiamo andarcene"

Sono giornate difficili quelle che stanno vivendo Mario Furlan, il presidente dei City Angels, e i 175 ospiti del villaggio per senza dimora

Mario Furlan, 57 anni, fondatore dei City Angels

Mario Furlan, 57 anni, fondatore dei City Angels

Milano, 18 luglio 2019 - Sono giornate difficili quelle che stanno vivendo Mario Furlan, il presidente dei City Angels, e i 175 ospiti dell’Oasi del Clochard. Il villaggio per senza dimora in via Lombroso sarà sfrattato, salvo colpi di scena, il 29 luglio. E dire che già fervevano i preparativi per il tradizionale «Ferragosto solidale».

La doccia gelata è arrivata settimana scorsa con una email. Ieri l’incontro coi vertici della proprietà dell’area, Sogemi, non ha sortito alcun effetto: «Finora Sogemi aveva prorogato, di sei mesi in sei mesi, la nostra permanenza. Stavolta è stato diverso e vuole indietro il suo spazio. Il 29 luglio scade l’ultima proroga e per quella data dobbiamo sgomberare» chiarisce Furlan. La storia delle casette per senzatetto era iniziata nel gennaio del 2017, dopo che gli Angels avevano vinto un regolare bando per l’assegnazione dell’area da 5mila metri quadri. «Lì c’era un campo rom. Prima di insediarci abbiamo affrontato spese elevate per ripulire il terreno. Era un disastro». L’investimento è stato di circa 100mila euro per far diventare realtà un progetto che finora non esisteva in tutta Europa. L’Oasi infatti non offre semplicemente una brandina e un pasto ma promuove la vera integrazione e addestra alla futura autonomia. Al posto del dormitorio ci sono una cinquantina di moduli prefabbricati e poi una mensa, una biblioteca, un’aula per la formazione, l’assistenza medica, psicologica e legale, un’area verde. «Un posto dove chi ha perso tutto può sentirsi bene e come in famiglia» sintetizza Furlan.

Dei 175 ospiti, di oltre 20 etnie diverse, la stragrande maggioranza (150) sono uomini, 25 donne. Per una cinquantina di loro è previsto il trasferimento in altri centri, per altri la soluzione sarà tornare a dormire in strada. E la stessa sorte riguarderà anche la colonia felina dell’Oasi, con circa 50 gatti. Furlan, che è alieno dalle polemiche per spirito, non punta il dito contro nessuno e preferisce invece lanciare un appello: «Mi appello alla generosità di privati o istituzioni in grado di mettere a disposizione un’area di qualche migliaia di metri quadri, a Milano o dintorni. Se ci fossero collegamenti di luce, gas e acqua tanto meglio. Sarebbe un delitto se l’esperienza dell’Oasi del Clochard finisse per sempre».

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