Nuovo San Siro: primo tempo tra fischi, urla e applausi

I club “convocano” i residenti. Clima da derby dentro il Municipio

I La platea dell’incontro fra residenti e manager dei club nel Municipio 7

I La platea dell’incontro fra residenti e manager dei club nel Municipio 7

Milano, 9 ottobre 2019- Boati da stadio per dire «no alla demolizione di San Siro» e alla realizzazione di un Meazza bis «a 30 metri dalle case». Decine di residenti si sono fatti sentire ieri sera in Municipio 7, in via Anselmo da Baggio 55, all’assemblea pubblica con i rappresentanti di Milan e Inter organizzata per un confronto sul futuro della “Scala del calcio”. Diversi abitanti si sono presentati con striscioni e slogan, decisi a non perdere la partita: «Vogliamo che le nostre esigenze e l’identità della zona, residenziale e oasi verde (non c’è solo lo stadio), siano rispettate. Chiediamo un progetto di riqualificazione condiviso, che risolva i problemi dell’area e non ne crei di nuovi», il tenore degli interventi, anche se non sono mancate voci fuori dal coro a favore del «sì» a un nuovo stadio.

«Siamo tanti, anche se meno rumorosi: stiamo fondando un comitato», fa sapere Manuele Alessi, residente. Il futuro prospettato è stato illustrato da Paolo Scaroni, presidente del Milan: «Pensiamo a uno stadio moderno, che renda sempre viva la zona, un luogo da visitare per milanesi e turisti, che non sia una landa desolata quando non ci sono eventi». Primo boato del pubblico. «Ma noi non vogliamo movida 365 giorni all’anno. E la nostra zona non è una landa desolata. Si parla di tutela dei tifosi ma chi tutela i residenti?», la domanda di Giuliana Filippazzi, presidente del Gruppo Verde San Siro. Alessandro Antonello, amministratore delegato corporate Inter, sottolinea i motivi per cui sarebbe meglio costruire uno stadio nuovo piuttosto che ristrutturare San Siro: «Sarebbe necessario demolire parte della struttura, poi procedere con rifacimento di aree interne e con nuove costruzioni. Il Meazza alla fine sarebbe irriconoscibile e avrebbe una capienza inferiore a 60mila posti. In più i club dovrebbero giocare lontano da Milano per almeno 4 anni». Poi snocciola i presunti vantaggi: spazi verdi fruibili, 3.500 nuovi posti di lavoro, parcheggi interrati e rifacimento del tunnel Patroclo con 30 milioni di euro. Proiettati sul maxi schermo i due progetti alternativi, firmati dagli studi Populous e Manica-Sportium. Scaroni, rispondendo ai cittadini preoccupati da vibrazioni eccessive, ha precisato che «il rumore dello stadio futuro sarà percepito al 60% in meno da via Tesio». Compatto anche il gruppo di cittadini che si batte per il “sì”: «Il nuovo stadio – evidenzia Nicola Pelosi – riqualificherà una zona oggi in degrado assoluto. Chiedo solo che la distanza dalle case di via Tesio sia almeno di 80 metri, e soluzioni per la viabilità». Il dibattito è andato avanti per oltre due ore. «Abbiamo presentato la nostra proposta al Comune, ora in fase di valutazione – chiude Antonello –. Non imponiamo nulla che non piaccia. Abbiamo raccolto le vostre osservazioni che potranno integrare le nostre idee. Solo dopo la dichiarazione d’interesse pubblico potremo entrare nel merito». Soddisfatto Marco Bestetti, presidente del Municipio 7: «Abbiamo avviato il necessario confronto con la c ittà. Vogliamo che questo sia l’inizio di un dialogo tra i club e i milanesi, che si fondi sull’ascolto delle legittime aspettative dei residenti e di tutti i cittadini».

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