Milano, procuratore capo: tre nomi, ma voti divisi

Toccherà al plenum del Csm sbrogliare la matassa e scegliere l'erede di Francesco Greco. La frammentazione fa ritenere possibile un rimescolamento delle carte

Il procuratore Francesco Greco

Il procuratore Francesco Greco

Milano -  Dopo il deposito delle motivazioni delle proposte di nomina e il parere della ministra della Giustizia Marta Cartabia sui candidati, toccherà al plenum del Consiglio superiore della magistratura sbrogliare la complicata matassa e decidere sull’erede di Francesco Greco, andato in pensione, al Palazzo di giustizia di Milano. La partita più difficile, quella di una poltrona che scotta, perché il vertice della procura di Milano è stato devastato dallo scontro interno sul caso Eni e i verbali dell’avvocato Amara e la presunta esistenza di una Loggia Ungheria. Una sola la candidatura interna all’ufficio, quella del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli. In corsa il Pg di Firenze Marcello Viola (che concorre anche alla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo) e diversi capi di procure: Giuseppe Amato (Bologna), Antonio Patrono (La Spezia),Raffaele Tito (Pordenone), Nicola Piacente (Como) e Roberto Pellicano (Cremona).

Ieri la Commissione Direttivi ha proposto tre candidature alternative per guidare la procura, i nomi non sono una sorpresa. Si tratta del procuratore generale di Firenze Marcello Viola, il procuratore di Bologna Giuseppe Amato e il procuratore aggiunto di Milano Maurizio Romanelli. Il più votato è stato Viola, il Pg di Firenze ha ottenuto il sostegno del consigliere indipendente Sebastiano Ardita, la corrente fondata dall’ex consigliere Piercamillo Davigo e del togato di Magistratura Indipendente Antonio D’Amato. Romanelli e Amato hanno invece ricevuto un voto a testa: il primo è stato proposto dalla consigliera di Area Alessandra Dal Moro, il secondo dal togato di Unicost Michele Ciambellini.

Astenuti invece i consiglieri laici Fulvio Gigliotti, del Movimento 5 Stelle e Alessio Lanzi di Forza Italia. Escono quindi, in teoria, di scena le candidature degli altri quattro, ma un voto così frammentato fa ritenere possibile un rimescolamento delle carte quando, tra fine marzo e aprile, la palla passerà al plenum del Csm. La nomina di Milano poi, è strettamente intrecciata ad altri incarichi direttivi che il Csm si appresta ad assegnare e per i quali concorre ancora lo stesso Viola: c’è da scegliere il successore di Federico Cafiero De Raho al vertice della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (i favoriti sono i procuratori di Napoli Giovanni Melillo e di Catanzaro, Nicola Gratteri, con l’aggiunto della Dnaa Giovanni Russo) e di Francesco Lo Voi al vertice della procura di Palermo. L’obiettivo del Consiglio superiore della magistratura è di nominare il nuovo procuratore capo di Milano entro aprile, quando l’attuale reggente Riccardo Targetti andrà in pensione, evitando così di dover affidare la poltrona ad un secondo facente funzione.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro