Chimici in trincea a caccia di nuove droghe: "In 24 contro l’esercito dei narcos cinesi"

Cannabinoidi sintetici devastanti dall’Asia e vegetali americani: ecco i laboratori dove ogni anno si analizzano 1.700 campioni di droghe

Chimici in trincea a caccia di nuove droghe

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Milano, 24 febbraio 2021 - Per iniziare l’analisi bastano pochi microgrammi di sostanza, aspirata da una siringa e inserita in uno spettrometro di massa ad alta risoluzione. L’apparecchio dal costo di mezzo milione di euro, acquistato cinque anni fa e da allora rimasto sempre acceso, “legge” la massa della molecola e invia i dati a un software. Sedici minuti di scansione: quando l’asticella sullo schermo si alza significa che il sistema ha rilevato un’anomalia rispetto al "rumore di fondo", e scatta l’alert. Così gli esperti del Laboratorio chimico dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli di Milano danno la caccia alle nuove droghe importate in Italia. "È come giocare a guardie e ladri - spiega Vito Tassielli, responsabile del laboratorio - noi analizziamo e classifichiamo il materiale e nel frattempo i chimici delle organizzazioni criminali sintetizzano nuove molecole che bypassano la normativa vigente sulle sostanze psicotrope. Un ciclo che non si arresta". Gli esperti dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli, in collaborazione con il Centro Ispra della Commissione europea, tra le decine di nuove sostanze passate al setaccio sono riusciti a identificarne una totalmente sconosciuta, il 2F-QMPSB, ora inserita dal ministero della Salute tra quelle ad azione psicotropa.

Un cannabinoide sintetico in buste di “prodotti erboristici” sequestrati dai funzionari delle Dogane e dalla Guardia di finanza nell’area Cargo dell’aeroporto di Malpensa. La molecola, come è emerso dallo studio pubblicato anche sulla rivista scientifica internazionale Molecules 2021, potrebbe essere stata sintetizzata per la prima volta in Australia, creando una base poi presumibilmente modificata in Cina. Il prodotto con il marchio emblematico “Che sballo”, messo in vendita sul web, è stato inviato in Italia con una normale spedizione postale. "L’esplosione di questo fenomeno è iniziata nel 2012 - spiega Giovanni Palmieri, chimico specializzato nell’analisi sugli stupefacenti - e viaggia di pari passo con la diffusione del commercio online e degli scambi sul “dark web”, dove è possibile acquistare di tutto. Le tabelle delle sostanze vengono aggiornate ogni sei mesi, ma ogni giorno nascono nuove molecole".

Nel laboratorio fondato nel 1901, dal 2000 trasferito in una ex fabbrica in via Marco Bruto, zona Forlanini, lavorano 24 persone: 14 chimici, 5 analisti e 5 impiegati amministrativi. Un esercito a ranghi ridotti, rispetto ai numeri sul tavolo. Ogni anno in media vengono analizzati 4500-5000 campioni, nel 2020 calati a 3600 a causa della pandemia: il 50% prodotti petroliferi, il 35% sostanze stupefacenti, il resto prodotti dell’industria tessile, chimica e della plastica. Ogni sostanza sospetta sequestrata nell’area Cargo di Malpensa, la principale in Italia, che ogni anno movimenta oltre oltre 500mila tonnellate di merci, finisce sotto la lente in via Bruto, struttura d’eccellenza a livello europeo che collabora con forze dell’ordine e Procure. "Non ci sono solo le nuove droghe – spiega Palmieri – ma anche farmaci vendibili solo con prescrizione medica, steroidi e anabolizzanti, prodotti industriali che non possono essere messi in commercio perché inquinanti o nocivi per l’uomo, pesticidi e fitofarmaci".

Palmieri mostra una tanica sequestrata, con la scritta “detergente“ sulla bolla d’accompagnamento. "È tutto fuorché detergente – sottolinea – e il nostro compito è quello di scoprire di cosa si tratta". Su un altro pacco, pieno di polvere bianca, compare l’ambigua dicitura “pigment white“. Altre sostanze sospette vengono presentate ai controlli doganali come amido o carbonato di sodio. Quando viene identificato uno stupefacente, se possibile gli investigatori procedono con una consegna controllata. Nella maggior parte dei casi, però, il destinatario resta ignoto e impunito. E tonnellate di prodotti sfuggono ai controlli. La Cina è la più grande area di provenienza delle sostanze chimiche e delle nuove droghe sintetiche, dagli effetti devastanti come l’ormai tristemente nota “droga dello stupro“. Dagli Usa arrivano sostanze che lì sono lecite, come gelati e sciroppi al Thc, ma in Italia non lo sono. Il Sudamerica si è affermato come punto di partenza per droghe di origine naturale, dalla mescalina al peyote, in alcuni casi sconosciute. Per ordinarle basta andare su internet e attendere la consegna a casa, alimentando un business miliardario.  

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