Nuova area verde non pervenuta

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Mentre prosegue la polemica politica sulla nuova governance del Parco Agricolo del sud Milano, restano i dubbi sulla gestione attuale. Fra le varie problematiche che affliggono il più grande parco urbano d’Italia come le discariche abusive, gli inquinamenti vari e la continua avanzata di poli per la logistica (sul tavolo ce n’è uno nuovo della grandezza di 50 campi da calcio a Lacchiarella) ci sono anche le opere non portate a termine come quella del polmone verde che avrebbe dovuto essere realizzato grazie a Scalo Milano. È rimasto sulla carta. Questo nonostante il finanziamento di 1 milione di euro da parte di Scalo. "A seguito della convenzione tra Comune di Locate e Scalo Milano su alcune aree (D3 e AP3) doveva essere realizzato un grande parco quale cintura di protezione verso il Santuario della Fontana - spiega il consigliere comunale Giordano Ambrosetti (nella foto) -. Avevo anche chiesto, per poter garantire il controllo in termini di sicurezza, una perimetrazione e creare percorsi videosorvegliati. Ora dopo quasi un decennio nulla si vede di quanto previsto dalla convenzione firmata ai tempi e considerato lo stato di abbandono dell’area annuncio una interrogazione alla Giunta per avere risposte certe e chiare, in quanto le richieste verbali non hanno portato a nulla". Scalo Milano ha versato al Parco Sud, come da accordo di programma, 1 milione per interventi. La competenza sugli interventi e i progetti realizzati sono del Parco e Scalo non ha avuto nessuna possibilità di intervenire perché non aveva competenza. Se per una volta ci si trova di fronte a un operatore privato corretto bisogna fare i conti con la lenta burocrazia che ha fagocitato il milione di euro senza dare risultati. E sulla polemica della riforma della governance del parco Sud interviene Franco Lucenti, capogruppo in Regione di FdI "ci accusano di voler cambiare la governance del Parco Agricolo sud Milano per mere ragioni politiche, mentre da mesi ribadisco che è una questione molto pratica e molto concreta. La dimostrazione che stiamo andando nella direzione giusta è l’approvazione di moltissimi agricoltori, che ci sostengono perché maggiore sarà la tutela delle aree coltivate".

Massimiliano Saggese

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