Viaggio notturno tra gli invisibili. L'ex manager: "Ho perso tutto. Gli amici? Spariti"

Notte nel centro della città con i City Angels per distribuire cibo e indumenti a chi ne ha bisogno

La lunga notte dei volontari dei City Angels

La lunga notte dei volontari dei City Angels

Milano - «Avete una coperta?». Sembra strano sentirlo chiedere il 31 luglio, nel pieno di un’estate rovente. Ma se ad averne bisogno è un ragazzo che dorme per strada, in cerca di un drappo morbido per un giaciglio, l’orecchio di chi ascolta cambia. La prospettiva si ribalta. "E se fossi io, a dover passare la notte all’aperto?". Questa domanda i City Angels se la pongono sempre. Volontari di strada attivi dal 1994, anima dell’associazione creata da Mario Furlan, immediatamente riconoscibili grazie al giubbotto rosso (sostituito da una maglietta a maniche corte nella bella stagione), e basco blu, si mettono alla pari di chiunque incontrino, subito disposti a dare aiuto. Un tour della solidarietà che non si ferma mai, neanche ad agosto. Ogni sera in un quartiere diverso della città. "Sei fortunato, ce l’abbiamo sul furgone".  E corrono a prendere la coperta, custodita dentro il mezzo parcheggiato in corso Monforte all’angolo con piazza San Babila.

In centro città

Il giro tra gli invisibili del centro storico comincia alle 21.30 di domenica, seconda tappa dopo il passaggio a Lambrate, in piazza Bottini, "dove abbiamo sfamato e consegnato indumenti, saponi, dentifrici e altri articoli per l’igiene a una settantina di persone. Ci sistemiamo con il furgone, la nostra unità mobile, e la gente arriva a chiedere. Stasera c’è stato il pienone", racconta il caposquadra Cefa, nome di battaglia, affiancato dalla moglie Noa, da Tao e Ginko, altra coppia, e Luke. In centro la squadra di cinque persone si sposta a piedi tra le vetrine dei negozi chiusi, sotto i portici e nelle piazzette. Davanti agli occhi, la Madonnina che brilla nel cielo sereno d’estate.

L'incontro con l'ex dirgente

Negli zaini, sacchetti con un panino, uno yogurt e un dolce da distribuire a chiunque sia affamato. "Ciao, avete qualcosa?", il ritornello che parte appena incrociano facce note. Qualcuno prende il cibo, ringrazia e si allontana subito. Molti però si fermano a chiacchierare come se incontrassero per caso dei vecchi amici. Non tutti vivono per strada: qualcuno ha una casa ma non ha di che vivere. E allora benedice per quell’aiuto. Anche un sacchetto di cibo allungato con un sorriso può fare la differenza. "Io ero un ex dirigente d’azienda, compirò 57 anni la prossima settimana – racconta una delle persone incrociate – ma le cose sono andate male. Ho aiutato tanti ma, quando ho perso tutto, quelli che credevo amici mi hanno abbandonato. Queste persone (i City Angels, ndr ) sono straordinarie, perché non solo mi danno una mano ma mi trattano come una persona. Come un amico. Non è poco".

L'impegno sul campo

Si avvicina un altro uomo a chiedere dei bermuda. "Non li abbiamo qui. Ma te li portiamo la prossima settimana", la promessa. Un altro chiede delle scarpe. "Che numero porti?", "Il 42". "Abbiamo un 43, vediamo se va bene". Ma con grande sorpresa di tutti, il paio è un 42. "Era destino che fossero per te". C’è chi chiede una camicia. "Domani mattina devo andare a consegnare la domanda per un alloggio popolare. Un appuntamento importante". Qualcuno si prepara per la notte con cartoni e coperte, sotto il portico di via Santa Radegonda, davanti al cinema, restando nell’ombra. Una coppia ha invece scelto le colonne della Basilica di San Carlo al corso come punto d’appoggio. Altri svelano che "il loro letto" è "dalle parti di piazza Liberty. In pieno centro, siamo signori. Una volta dormivo – racconta un senza dimora –, era l’1.30 e qualcuno mi ha svegliato. Era l’operatore di un’associazione che mi chiedeva se volessi té e brioche. Ma come, gli ho risposto, mi hai svegliato per così poco?". Strappa risate. Emerge l’affresco di un’umanità da cui imparare. Che vive di poco. Che si sdraia nel buio o che cammina a passo lento tra gente che ha fretta. Sempre presente, anche ad agosto. E che silenziosamente chiede di non essere dimenticata.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro