"Non vogliono la normalità di prima. Adulti fragili"

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"I ragazzi di oggi sono tutto meno che trasgressivi e oppositivi. Cercano il dialogo e non certo per chiedere una scuola come quella di “prima“". Matteo Lancini (foto), psicologo, psicoterapeuta e docente dell’università di Milano-Bicocca ha appena dedicato ai ragazzi il suo ultimo libro “L’età tradita. Oltre i luoghi comuni sugli adolescenti".

Dieci occupazioni in una manciata di giorni. Sempre precedute da un sondaggio, per dimostrare il disagio psicologico. Come stanno i ragazzi?

"La pandemia ha esacerbato disagi già presenti, lo dimostrano le richieste di aiuto alle neuropsichiatrie e ai servizi di salute mentale, e siamo ancora immersi: le ricadute le vedremo tra tre e quattro anni. Spesso c’è un attacco al corpo, dai tentati suicidi ai disturbi alimentari, dal ritiro scolastico agli atti di autolesionismo. Si mette a ferro e fuoco il corpo, si mette a ferro e fuoco la città: rapine, accoltellamenti, ansia di appartenere a gruppi fine a sé stessa. Anche la cronaca di oggi ne è piena".

In questo contesto, arriva l’ondata di proteste.

"Attraverso le quali si rivendica una modalità collettiva, di gruppo, ma che ha una sua progettualità, la proposta di alternative. Non si parla di Dad ma di scuola, di senso della vita. E si trovano a fare i conti con una fragilità adulta senza precedenti della quale dovremmo prendercene finalmente carico".

In che senso?

"Abbiamo detto loro prima della pandemia che Internet era il male assoluto, che faceva diventare ciechi e gobbi. Poi che era il luogo sicuro, che avrebbe fatto la funzione della scuola. E siamo tornati a dare la colpa alla Dad, quando sappiamo che dai 18 anni in su chi non sa usare Internet è spacciato in ogni settore, che ci sono anche lezioni da remoto bellissime e lezioni in presenza pessime".

Cercano il dialogo con docenti per riformare la didattica.

"Non sono oppositivi. Bisogna trasformare questo disagio in un ripensamento della scuola. È stata una guerra, è tempo di ricostruire il futuro, anche di un’istituzione così complessa".

Valutazioni da rivedere?

"Io farei tutte le verifiche online, aperte. Non riesco a capire perché ai tempi se attingevi dalle enciclopedie per una ricerca era da 10 e adesso è tutto bollato come un “copiare“"

Chiedono sportelli psicologici nelle scuole i ragazzi.

"Ci sono dal 1988. Ora se ne comprende con forza la necessità, ma devono essere anche per i docenti e gli adulti".

La vostra normalità ci sta stretta: scrivono negli striscioni.

"Ed è giusto così, non vogliono tornare alla normalità di prima, discutere solo di uno o due scritti. Non avrebbe senso. Cosa abbiamo sofferto a fare?".

Si.Ba.

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