Non soltanto lavoratori tra le vittime da amianto

In crescita le richieste di prestazioni per mesotelioma ambientale o familiare. Secondo l’Inail in Lombardia è in testa Milano seguita da Pavia e Bergamo

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di Federica Pacella

A trent’anni dalla messa al bando dell’amianto, persistono i danni che questo materiale provoca alla salute. Lo si evince dall’ultimo opuscolo “Le malattie asbesto-correlate - Analisi statistica“, realizzato dalla Consulenza statistico-attuariale dell’Inail in base agli archivi Open Data Inail e i Monitoraggi Inail del Fondo per le vittime dell’amianto. I numeri evidenziano come la Lombardia sia tra le regioni che continuano a pagare di più gli effetti dell’esposizione all’Eternit, usato per decenni nell’industria e nell’edilizia, con conseguenze sia per i lavoratori sia per il territorio.

Sono in crescita, infatti, le richieste di prestazioni una tantum per mesotelioma non professionale riconducibile a rischio ambientale o esposizione familiare, avanzate da persone con prima diagnosi post 2015, anno in cui è stato esteso anche a loro l’accesso al fondo per le vittime da amianto. In Lombardia tra il 2015 e il 2021 le richieste sono state 950, circa 160 in media all’anno (nel 2021 c’è stato un incremento, con ben 269 istanze). La maggior parte è stata accolta o è in fase di istruttoria, mentre nel caso delle respinte (224 in Lombardia) circa la metà passa dalla casistica “malattia non professionale“ a “malattia professionale“.

Tra le province Milano è in testa con 287, seguita da Pavia con 166 e Bergamo con 106. Va detto che, per sua natura, il mesotelioma ha una latenza anche di decenni, per cui la diagnosi di oggi fotografa un’esposizione a fibre di amianto avvenuta in passato: per questo, i casi e purtroppo la mortalità, sono destinati a restare quantomeno costanti ancora per qualche anno.

Sul versante delle malattie professionali asbesto-correlate (che comprendono mesotelioma, malattie della pleura, malattie polmonari da agenti esterni, tumori maligni dell’apparato respiratorio e degli organi intratoracici), i casi riconosciuti nel 2021 in Lombardia sono stati 148 dopo i 169 della Campania, con una preponderanza della metalmeccanica in ambito industriale e dell’edilizia nell’artigianato.

La maggior parte di diagnosi è di mesotelioma, tumore maligno con sopravvivenza a cinque anni inferiore al 10%. Quanto alle rendite di inabilità permanente, al 31 dicembre 2021 in Lombardia erano 346 su 4.246 in Italia dopo Campania, Liguria, Piemonte e Toscana. In Lombardia (e Veneto) risiedono però i reddituari con grado medio più elevato: questo spiega perché la regione abbia il numero più elevato di rendite ai superstiti, ben 2.312, il 16% del totale.

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