"Non solo amianto, in lotta nel nome di Michelino"

Daniela Trollio raccoglie il testimone dopo la morte del fondatore del comitato: ambiente e salute le cause di ieri ma anche del presente

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di Laura Lana

È un’assemblea che fa da spartiacque e che segna necessariamente un nuovo inizio per il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio, dopo la scomparsa di Michele Michelino. A raccogliere il suo pesante testimone è Daniela Trollio, compagna di vita e di lotta per oltre 50 anni.

L’assemblea ha deciso di andare avanti?

"Michele ha lasciato un po’ di lui a ognuno di noi. Questo comitato è il monumento alla sua vita. Quindi, in maniera un po’ diversa, porteremo avanti la sua e la nostra battaglia. Con lui se ne è andato un pezzo di storia della classe operaia. Aveva iniziato in Pirelli a 16 anni, l’anno della nascita del comitato unitario di base che dà il primo scossone ai sindacati confederali. Quelli sono momenti che segnano: da lì capisce che si poteva lottare".

Da chi è formato oggi il comitato?

"C’è ancora un nucleo di ex operai della Breda, dove Michele ha lavorato e lottato per decenni. Sono persone che hanno dai 70 agli 80 anni. Poi abbiamo persone nuove, anche di 40 e 50 anni, che si sono avvicinate per le lotte per la salute e contro l’amianto, perché si muore in fabbrica ma anche fuori. Da anni stiamo lavorando per un’unione tra associazioni, comitati, sodalizi che si impegnano a 360 gradi, come ad esempio il Comitato Il mondo che vorrei di Viareggio, nato dopo la strage ferroviaria del 2009. Ci mancano ancora i giovani: nonostante gli incontri che organizziamo nelle scuole, non riusciamo a intercettarli".

Si va verso un cambio di pelle del comitato, quindi?

"Era già iniziato. Non ci sono solo le battaglie contro l’amianto o i riconoscimenti dei morti sul lavoro, per i quali nessuno è stato ancora condannato dal tribunale di Milano. Tutto si tiene assieme: il lavoro con il futuro dei giovani, l’ambiente con la salute e l’accesso alle cure pubbliche, il diritto alla casa con la tutela dei più fragili. Le battaglie, anche se vinte, non sono mai definitive: pensiamo alla scuola, al welfare, alla sanità. Per questo non si può mai arretrare".

Oggi quali cause giudiziarie restano aperte?

"Quella contro ex manager della Pirelli, accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime per 28 casi di operai morti o ammalati di amianto. A Milano queste sentenze sono sempre tutte uguali. Michele voleva fare il conto del numero di morti di tutti questi processi. Saranno almeno 200, rimasti senza un responsabile. Faremo noi questa indagine".

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