"Non lasciamo soli i figli di chi ha problemi mentali"

Le Asst di Melegnano-Martesana e Brianza seguono il modello finlandese per sostenere le famiglie in difficoltà e prevenire drammi e tragedie

di Barbara Calderola

"Il modello finlandese potrebbe essere utile per evitare tragedie". L’Asst Melegnano-Martesana lancia gli incontri con gli esperti per figli di genitori con problemi psichici. Il percorso servirà a costruire una “cassetta degli attrezzi” che permetta agli adolescenti "di affrontare situazioni difficili", ma anche di portare a galla sentimenti e domande sulla quotidianità nella quale sono immersi. Al contempo sosterrà gli adulti fragili nel proprio ruolo di mamma e papà "con benefici per tutti". Un’azione di prevenzione messa a punto dai Dipartimenti di salute mentale di due Asst, Melegnano-Martesana e Brianza, che collaborando attraverso i propri centri psico-sociali – Vaprio è in prima linea – tendono la mano a una realtà sommersa che finisce per essere indagata solo davanti a una tragedia. Come è successo l’altro ieri con Carlo Brambilla e Romina Vento, lui ha ucciso la convivente simulando un incidente nell’Adda. "L’operaio non stava bene", dice chi lo conosceva, ma il campanello d’allarme non è scattato. Il nuovo servizio dell’Azienda si inserirà proprio "nell’area grigia dove sono custodite le vere dinamiche domestiche".

I risultati dell’azione nel Nord Europa sono "ormai strutturali". "Il 40% dei figli che partecipa a programmi di questo tipo mantiene il proprio equilibrio senza sviluppare disturbi psichici". Nel progetto “Oblò” sono coinvolte diverse figure, lo psichiatra, lo psicologo, il coordinatore infermieristico e l’educatore professionale, tutte a disposizione dei nuclei fragili. "Si tratta per ora di una fase sperimentale, ma se i risultati saranno quelli che ci aspettiamo il piano diventerà stabile", spiegano le aziende.

L’iniziativa si aggiunge ai percorsi di aiuto dedicati alla fascia giovanile messi in campo dallo scoppio della crisi sanitaria. Il punto di partenza è stato una ricerca che ha mostrato l’impatto devastante del lockdown sui giovanissimi del territorio con impennata di ansie, fobie fino a problemi alimentari e tentativi di suicidio. "Ora agiamo su un’altra area critica, quella di chi ogni giorno è chiamato a confrontarsi con il dolore. I figli devono avere gli strumenti per decifrare la sofferenza di mamme e papà in difficoltà". Per informazioni 0396654328.

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