NICOLA PALMA
Cronaca

"Non ho paura di accoltellarti”: appena 17enni e già rapinatori violenti. Arrestati i due bulli del Corvetto

Indagine dei carabinieri su due ragazzini: i blitz davanti al Lime e il furto del telefono di fronte allo Steiner. Uno è stato rinchiuso al Beccaria, l’altro in comunità

Milano – Marco (nome di fantasia) non ha ancora compiuto 18 anni, ma ha già accumulato un corposo elenco di denunce e processi: il primo reato, un tentato furto aggravato, risale al dicembre 2019, da quattordicenne; da lì in avanti una rapina, una rapina aggravata, l’evasione da una comunità, una rapina aggravata, una resistenza a pubblico ufficiale, una ricettazione, una rapina e un tentato furto aggravato. È lui uno dei due presunti rapinatori bloccati dai carabinieri nei giorni scorsi, ritenuti responsabili di una serie di blitz violenti ai danni di coetanei, sempre nella striscia di città che ha piazzale Lodi e piazzale Corvetto come confini ideali.

I due si muovevano a bordo di un motorino rubato
I due si muovevano a bordo di un motorino rubato

Per lui, il gip del Tribunale per i minorenni Nicoletta Cremona ha disposto la custodia cautelare al Beccaria, "atteso lo spessore criminale, la chiara e incorreggibile propensione alla commissione di reati e l’incapacità di reprimere le pulsioni delittuose". Per il complice di origini albanesi, pure lui diciassettenne con due segnalazioni recenti per ricettazione e spaccio, il giudice ha stabilito il collocamento in una comunità.

L’indagine dei carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Monforte, coordinati dal pm Chiara De Iorio, scatta l’11 giugno, quando un adolescente si presenta in caserma insieme ai genitori: racconta che attorno all’1.30, in attesa di un taxi dopo essere uscito dalla discoteca Lime di via Massarani in compagnia della fidanzata, due sconosciuti in sella a uno scooter Kymco (che poi risulterà rubato) si sono avvicinati e gli hanno intimato di consegnare il cellulare. Al suo rifiuto, uno di loro (poi identificato per Marco) lo ha colpito al volto con un pugno e gli ha detto: "Ti picchio, non ho paura di accoltellarti, ci metto due secondi e arriva lo zingaro dal fondo della strada".

Il ragazzo, impaurito, sblocca l’iPhone 12 e glielo consegna, ma qualche ora dopo inizia a scandagliare i social per cercare chi l’ha aggredito: riesce a rintracciare i profili Instagram, uno dei quali con nickname ispirato al nome di un noto personaggio della serie tv Gomorra. Non è l’unico colpo della coppia, anzi. Gli investigatori ricollegano l’episodio a un’altra segnalazione simile, arrivata un mese prima: pure in quell’occasione, in due hanno fermato un ragazzo all’uscita dal Lime, lo hanno picchiato e gli hanno sfilato un iPhone 11 dalla tasca del gilet.

E poi c’è l’episodio del 9 giugno: il malcapitato e la sua comitiva, alla fermata della sostitutiva della M3 a Brenta, si sono imbattuti nei soliti due, che li hanno minacciati ("Tirate fuori il portafoglio, non fateci alzare le mani, non fateci tirare fuori i coltellini") e si sono portati via borsello, auricolari Airpods e 10 euro. Finita? No, perché ci sono pure i raid che Marco avrebbe compiuto da solo o con altri coetanei non ancora identificati: la rapina di un iPhone a un ragazzo che aveva appena saldato un debito di 60 euro; il tentato furto allo Shisha bar di via Massarani; e il furto di due cellulari, compiuto davanti all’istituto scolastico Steiner di via San Dionigi.