"Non ce ne andiamo, ridateci un impiego"

Da dieci giorni i dipendenti della “Servizi alle Imprese“ presidiano i cancelli. Fra loro diversi immigrati che rischiano l’espulsione.

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di Giovanni Chiodini

Sono ancora lì, ormai da dieci giorni, davanti ai cancelli di ingresso della New Cosmesy. Sono una quarantina di lavoratori della Servizi alle Imprese srl, che ha in appalto le lavorazioni di confezionamento, spedizione e magazzino dei prodotti (profumi ed essenze) della stessa New Cosmesy. Lavoratori lasciati a casa con messaggio WhatsApp il 18 marzo e non più richiamati al lavoro. Lavoratori che non ricevono uno stipendio ormai da quattro mesi perché, come ha confermato Mauro Saviano direttore dell’Inps di Milano, "l’azienda – la Servizi alle Imprese srl - pur potendo richiedere l’accesso all’assegno ordinario Fis, non ha ancora ad oggi presentato alcuna richiesta all’istituto". Vicenda già nota ai lavoratori, alle organizzazioni sindacali. Ma c’è di più. La stessa Servizi alle Imprese da gennaio non ha versato interamente i contributi previdenziali e questo sta creando problemi ai lavoratori. Alcuni di questi, alla richiesta del rinnovo del permesso di soggiorno, stanno avendo problemi e rischiano l’espulsione proprio perché risulterebbero disoccupati (non risultando alcun tipo di versamento dei contributi). "Ieri è nata mia figlia. Come potrò registrarla all’anagrafe? Anch’io sono in questa situazione" afferma uno dei manifestanti.

Nei giorni scorsi la Servizi alle Imprese, che ha comunque ripreso a lavorare all’interno della New Cosmesy con una quarantina di dipendenti, soprattutto donne con contratti a termine, ha presentato una proposta economica ai lavoratori (che sono tutti a tempo indeterminato) che sono a casa dal 18 marzo. Seimila euro di buonuscita. "Abbiamo rifiutato questa offerta. Non ne facciamo una questione di soldi. Non vanno bene seimila euro come non vanno bene 20mila o 30mila - sottolineano i lavoratori -. Cosa facciamo di questi soldi? È vero, paghiamo gli affitti arretrati. E poi? Saremo tutti a casa. Non siamo ragazzi giovani. Dove troveremo un altro lavoro? Noi vogliamo lavorare, non vogliamo la mancia. E qui alla New Cosmesy il lavoro c’è. Basta vedere quanti camion entrano ed escono dall’azienda ogni giorni".

I lavoratori che non sono stati ancora richiamati al lavoro si dicono discriminati perché, dopo anni in cui rimanevano in fabbrica anche 12-13 ore al giorno anche durante il fine settimana, hanno oggi deciso di aderire ad un sindacato, il Si Cobas, e di rispettare gli orari di lavoro prevsti dal contratto. "È chiaro che non andiamo più bene alla Servizi alle Imprese. E per questo nessuno vuole affrontare la questione nel merito. Ci lasciano qui fuori, senza stipendio. Ma noi non ce ne andremo". Il sindacato nel frattempo ha sollecitato l’intervento dell’Ispettorato del lavoro. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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