Milano, da 34 anni felice di essere “La Blu”

Il nome per la canzone di Joni Mitchell. "Guai a chi me lo tocca"

Blu Cioffi, psicologa, appoggia i genitori di Milano

Blu Cioffi, psicologa, appoggia i genitori di Milano

Milano, 24 maggio 2018 - «È un nome che mi ha reso felice, lo porto con me da 34 anni e non lo cambierei mai». Blu Cioffi si occupa di Psicologia dell’Infanzia a Verona ed è in prima linea nel sociale. È forse una delle prime “Blu” d’Italia ed è fiera di quel nome che oggi sarà portato di nuovo in tribunale a Milano. Dopo il verdetto di martedì, che ha dato il via libera a una bambina di 5 mesi di nome Blu, questa mattina si attende la “sentenza” per la bimba di un anno e mezzo chiamata dalla Procura a cambiar nome, anteponendone uno che dimostri - in modo inequivocabile - il genere femminile. «È assurdo - dice la Blu trentenne - mi ha contattato la mamma, non sono una che vuole apparire, anzi, ma se il mio contributo può servire, eccomi: porto questo nome da 34 anni e ho almeno cinque amiche che hanno chiamato la loro figlia Blu».

Quando sua mamma ha scelto per lei Blu era ancora più raro. Perché lo ha scelto?

«In effetti quando ero piccola non conoscevo nessuno di nome Blu, contrariamente ad ora. E penso che con questo clamore si popolerà il mondo di Blu. Mia mamma quando era incinta non ha voluto sapere il sesso. Quando sono nata femmina non era pronta, non se lo aspettava. E ha pensato alla canzone di Joni Mitchell, “Blu”».

Da piccina le piaceva il nome?

«L’ho sempre amato. Mi rendeva anche più riconoscibile».

Mai avuto problemi o prese in giro?

«Mai. Solo alcuni “grandi” non capivano e mi chiamavano Luna. Sembrava forse un po’ strano in quegli anni».

Lei si occupa di psicologia dell’infanzia nelle scuole...

«E anche professionalmente posso dire con cognizione di causa che non è mai stato problema: i bambini si fanno molto meno problemi e apprezzano».

In questi giorni si è creata una rete di Blu?

«Sì. Tante le conoscevo già in tutta Italia, due a Verona, due a Roma, una a Genova. Per l’occasione ci siamo risentite. Siamo state contattate in rete dalle mamme di Milano. Anche tutti i miei amici mi continuano a chiamare».

Cosa ne pensa della richiesta di rettifica e aggiunta di un nome?

«Che è assurdo. C’è anche Cielo, Sole, ci sono nomi ancora più rari e strani. All’estero Blue è molto diffuso adesso. Speriamo che questa risonanza serva».

Lei non ha mai avuto secondi nomi?

«Solo per un breve periodo della mia vita e non lo ricordo neanche. Non era necessario per la registrazione, ma mia mamma aggiunse come secondo nome, e non come primo, Maria per sua mamma. Poi però lo ha voluto far togliere perché si perdeva il primo e non mi rappresentava. Ed è stato tolto senza problemi. Sono Blu e basta. Anzi, come si dice in Veneto, La Blu».

Da nome unico e raro si diffonderà a macchia d’olio...

«Sarà più utilizzato. È un bel nome e io ne vado fiera. È una causa assurda, soprattutto in tempi in cui si parla di identità di genere. Io non ho mai conosciuto nessun maschio di nome Blu, ma perché no? Non sono contraria. Sono per la libertà di scelta. È tutta la vita che porto questo nome senza problemi. Non toglietemelo». Sorride Blu.

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