"Noi, stroncati dalle multe sulle quote latte"

La “guerra degli allevatori“ torna all’Idroscalo, dove iniziò 26 anni fa. Disponibilità al dialogo dal governo, oggi o domani si smobilita

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di Alessandra Zanardi

Dopo una notte trascorsa nella tensostruttura e sui trattori, a dispetto del freddo, nella mattinata di ieri è ripresa la battaglia degli allevatori di Copagri, che da lunedì presidiano uno dei parcheggi dell’Idroscalo, a poche centinaia di metri dall’aeroporto di Linate. Si protesta contro "la cattiva gestione delle quote latte, con multe non calcolate correttamente e malamente distribuite tra le aziende agricole – attaccano i manifestanti –. Così il comparto rischia di perdere redditività e competitività". In serata, nell’ambito di un incontro in prefettura, gli agricoltori hanno ricevuto rassicurazioni sulla disponibilità degli enti preposti ad aprire un dialogo e hanno dunque annunciato, tra oggi e domani, la smobilitazione del presidio.

A 26 anni di distanza da una prima mobilitazione, che nel 1997 vide i trattori presidiare per 16 giorni l’aeroporto di Linate, gli agricoltori sono dunque tornati a manifestare nello stesso luogo dov’è iniziata "la guerra del latte" e dal quale, dopo svariati governi che si sono susseguiti nel tempo, si è tornati a chiedere attenzione per un settore "troppo a lungo vessato". Nel mirino le quote latte, che sono state abolite nel 2015, ma continuano a far sentire i loro effetti sulle aziende colpite dalle sanzioni. "Stiamo pagando ingiustamente multe che sono state mal conteggiate – dice Emanuele Corradi, presidente di Copagri Cremona –. Coi conti correnti pignorati, si fatica non solo a remunerare i dipendenti e alimentare le stalle, ma addirittura a fare la spesa per la famiglia. È inaccettabile".

Secondo i manifestanti, pur a fronte di varie sentenze della Corte di giustizia europea, favorevoli agli allevatori, lo Stato italiano ha continuato a esigere i versamenti mettendo in ginocchio un fiume di aziende, 120mila delle quali hanno nel frattempo chiuso. Anche chi è riuscito a resistere parla di una situazione di grave difficoltà, che impedisce di fare investimenti e guardare con serenità al futuro, con contraccolpi non solo economici, ma anche familiari e psicologici. "Vogliamo ricordare – aggiunge Roberto Cavaliere, presidente regionale di Copagri – che dalla Lombardia dipende circa la metà della produzione lattiero-casearia nazionale e che l’attuale congiuntura rischia di far scomparire oltre un terzo degli allevamenti della regione, con la concreta eventualità di perdere 12-15 milioni di quintali di latte, pari al 10% circa della produzione nazionale, con danni irreparabili in termini d’indotto e tessuto produttivo".

Nella giornata di ieri una delegazione di manifestanti è stata ricevuta in prefettura, dove ha ribadito le ragioni della protesta e l’appello, all’attuale governo, ad aprire al più presto un confronto. Si chiede in particolare il blocco di cartelle esattoriali e pignoramenti, in attesa di un tavolo inter-ministeriale nel quale esaminare la questione.

Il presidio aveva anche l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto ai problemi di un settore che oggi è messo a dura prova pure dal caro-energia e del caro-mangimi.

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