Panino Giusto a viso aperto contro la crisi: ora delivery, presto nuovi locali

Le strategie di Antonio Civita, patron di un brand da 35 locali e una spa da quasi 500 dipendenti.

Elena Riva e Antonio Civita col lo staff di Panino Giusto

Elena Riva e Antonio Civita col lo staff di Panino Giusto

Il paradosso al limite dell’ossimoro. O forse è la convinzione, un po’ darwiniana, che a sopravvivere nei momenti più difficili non sia chi è più forte ma chi è disposto a cambiare, nella convinzione che il futuro, seppure incerto, possa essere anche meglio del presente. Del resto, non è da tutti acquistare un piccolo marchio come “Panino Giusto” e in una decina d’anni, assieme alla moglie Elena Riva, farne un brand da 35 locali e una spa da quasi 500 dipendenti.

E non fa specie sentire parlare Antonio Civita di "un post- pandemia quando la gente ritroverà una gran voglia di vivere, ritrovare la socialità, riscoprire la passione per il cibo, lo sport, i viaggi" e di una "straordinaria opportunità, per le aziende: rimettere in discussione le certezze, abbandonare progetti senza gambe e puntare invece all’essenza: il profitto ma anche la sostenibilità". "Non sarà per domani – precisa il ceo di Panino Giusto – vedo un 2021 segnato da alti e bassi, dall’impoverimento innegabile del patrimonio e della liquidità delle imprese. Ma sono fiducioso: ci sarà comunque un forte rimbalzo, più probabile nel 2022". Un realismo positivo che condivide con gli altri manager dell’Unione Brand Ristorazione Italiana che propongono al governo un Piano Marshall per supportare la ripresa post-pandemia. E che il suo gruppo sta intanto gestendo con il turn over della cassa integrazione e con una linea prestiti e fondi per i dipendenti, "perché – spiega Civita – sono loro la nostra maggiore risorsa".

Lo stesso personale che, in buon numero, si sta prestando a lavorare in un delivery di ultima generazione: in autonomia utilizzando vetture elettriche o con il supporto della start-up GoVolt che si serve di scooter ecologici. Sempre tramite la app My Panino Giusto, per consegnare a domicilio i classici del brand milanese ma anche i panini rinforzati come il Capriccioso, l’Esagerato o il Veg3, con la loro ambizione di essere sempre meno break o merende e invece pasti veri e propri. Il tutto in linea con una società Benefit e B- Corporation che ha fatto della sostenibilità un dogma statutario, almeno quanto la redditività dei ristoranti dove è nata e cresciuta l’idea che un panino gourmet non sia meno nobile di un pranzo e che possa perfino imporsi come opzione per la cena. Certo, resta l’attualità di un’emergenza-Covid che fatica ad arretrare. "Ma va affrontata a viso aperto. Noi ci stiamo provando – aggiunge Antonio Civita – nei primi mesi del 2021 apriremo nuovi locali con la formula Panino Giusto To Go in tutt’Italia, in aeroporti, stazioni e centri commerciali, con la stessa qualità dei nostri ristoranti ma senza servizio al tavolo". Senza scordare il peso dei messaggi che fanno da sottofondo. Come quello che rivela la vera visione di Civita: se un cibo sano e nutriente può stare bene in un piatto, può stare altrettanto bene anche tra due fette di pane.

 

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