I-Days 2018, dai Placebo a Gallagher: una giornata dal dominio rock britannico

Terzo giorno del festival al Parco Experience di Rho

Folla agli I-Days

Folla agli I-Days

Milano, 23 giugno 2018 - Al via anche la terza giornata degli I-Days sull'Area Expo Experience. Sono tre diverse sfumature di rock britannico quelle messe in scena oggi, all'Open Air Theatre. Dopo l'italiana Joan Thiele, con il suo recente album 'Tango', e la promessa rock londinese Isaac Gracie, il cartellone è stato dominato da tre nomi di culto della scena inglese anni '90.

Di fronte a un sole abbagliante sono arrivati i Ride, band shoegaze di Oxford riunitasi nel 2014 dopo 20 anni di stop. L'ex Oasis Andy Bell e soci hanno sfogliato dischi storici come 'Going Blank Again' oltre al nuovo 'Weather Diaries', passando dai riff cosmici di 'Seagull' e 'Leave Them All Behind' alla malinconica 'Vapour Trail'.

E' toccato quindi ai Placebo: il gruppo di Brian Molko e Stefan Olsdal ha attraversato la sua storia con una carrellata martellante di quasi un'ora e mezza aperta dalla prima megahit 'Pure Morning'. Scompigliando l'ordine cronologico per concentrarsi su sintonie emotive e tematiche sono passati dall'energica 'Loud Like Love' all'amara 'Special Needs', quindi la meditativa 'Too Many Friends' e la disillusa 'Twenty Years' portano alla rabbia di 'Devil in the Details', mentre le chitarre si accompagnavano a suoni di tastiere e violino elettrico.

In un'arena sempre più vicina alla capienza massima di 18mila persone Molko ha stregato i presenti con i suoi racconti di alienazione, ribaditi da cori e acclamazioni che tra i feedback fischianti si sono elevati in particolare quando verso la fine del concerto sono arrivate di fila 'For What It's Worth', 'Slave to the Wagè, 'Special K', 'Song to Say Goodbyè e 'Bitter End', fino all'esplosivo finale 'Infra-Red'.

Alle 21.30 è arrivato Noel Gallagher con uno show incentrato sull'ultimo lavoro in studio e rare concessioni nostalgiche. Posate le chitarre, nella notte l'arena è diventata dominio della dance immaginifica di Paul Kalkbrenner.

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