"Febbre sospetta, niente tampone": la denuncia della madre di un alunno milanese

Infettati nella struttura comunale di Bardonecchia. "Un solo cellulare per contattare 16 ragazzini"

Operatori sanitari in un centro tamponi

Operatori sanitari in un centro tamponi

Milano, 12 agosto 2021 - "Mio figlio è rientrato il 30 luglio, già infetto. Il primo agosto si sono manifestati i sintomi, in particolare febbre altissima: il tampone è risultato positivo. Nel frattempo ha contagiato anche me. Si è chiaramente infettato durante il soggiorno perché noi genitori, che ci siamo sottoposti al tampone, siamo risultati entrambi negativi. Da quando è arrivato a Milano sino al manifestarsi dei sintomi non ha avuto contatti esterni". A scrivere è una mamma, Maria Antonietta F. (si firma per intero, mettiamo il puntato per tutelare il minore), che riporta alla luce il caso-Bardonecchia, sede di una colonia estiva del Comune di Milano, lasciando intendere che il virus aveva già contagiato ragazzini nella struttura. Quel che è certo, è che le vacanze nell’alta Val di Susa sono state rovinate causa Covid per l’ultimo gruppo di ragazzini, come scritto dal Giorno: otto preadolescenti risultati positivi restano isolati nelle camere, assistiti dagli educatori equipaggiati. In 12, negativi, sono rientrati a Milano domenica sera, mentre tutti gli altri preadolescenti (risultati negativi al tampone) sono ritornati lunedì.

Tutto seguendo le disposizioni dell’Azienda sanitaria locale piemontese. Erano partiti il 2 agosto e, dopo meno di 5 giorni, un ragazzino è risultato infetto: ergo, anche per tutti i compagni della "bolla", del suo gruppo ristretto, è scattato l’isolamento. Basta giochi all’aria aperta ed esplorazioni. Il rientro, per tutti, sarebbe dovuto avvenire domani, 13 agosto. La mamma che scrive al Giorno, ora, racconta di problemi anche nel turno precedente: "Mio figlio ha partecipato al secondo turno (19-30 luglio). A metà soggiorno circa, uno dei suoi compagni di stanza ha avuto la febbre ma non gli è stato fatto alcun tampone. Per giunta il ragazzo è stato lasciato nella camera con gli altri due compagni, invece di essere isolato".

La signora prosegue, spiegando che suo figlio "è rientrato infetto" e che "quando ho contattato la cooperativa che gestisce la colonia per informarli della febbre sospetta di mio figlio e, successivamente per confermare il tampone positivo, ho chiesto spiegazioni sull’episodio della febbre del compagno e del perché non fosse stato fatto un tampone. Mi è stato detto che la scelta era a discrezione del medico della struttura. Sono rimasta allibita: mi sono chiesta ‘ma dove sono i protocolli anti-Covid per le comunità?’. Di fronte ad un caso sospetto - per evitare un focolaio quale può diventare una colonia - si corre subito ai ripari almeno isolando e facendo un tampone, così come ci ha detto la nostra pediatra. La notizia del focolaio mi ha confermato che nella colonia di Bardonecchia le maglie della prevenzione sono molto, molto larghe". Nella lettera, la mamma aggiunge anche un particolare: "I 16 ragazzi del gruppo di mio figlio erano contattabili attraverso un unico numero di cellulare a cui rispondeva un operatore, e questo telefonino è passato di mano in mano senza essere mai stato disinfettato". Il virus aveva già colpito nel turno precedente?

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