Effetto Covid: il 15% dei nidi a Milano ha già chiuso

L’allarme di Assonidi: "Settembre sarà un banco di prova. Più spese per i gestori, inevitabili rincari nelle rette"

Asili nidi verso la ripartenza con le nuove linee guida

Asili nidi verso la ripartenza con le nuove linee guida

Milano, 7 agosto 2020 - Pronte le linee guida - attesissime - per la riapertura degli asili a settembre, ma Il 15% dei nidi e soprattutto dei micronidi privati non è sopravvissuto al lockdown in Lombardia: è il grido d’allarme lanciato da Assonidi. E a rimetterci insieme ai gestori sono anche le famiglie, alla ricerca di un posto in extremis e ancora combattute fra rientro al lavoro, rinuncia o baby sitter. "A Milano solo in via Washington, per fare un esempio, hanno chiuso due asili: uno da 45 e uno da 40 posti - racconta Federica Ortalli, presidente di Assonidi -. Novantacinque bimbi senza educatori, 15/20 educatori senza lavoro.

E Il vero banco di prova sarà settembre. Ci accorgeremo degli effetti di questa crisi in corso d’anno purtroppo".I nidi privati o paritari rappresentano il 70% dell’offerta in Lombardia. "Il pubblico compra ogni anno posti al privato e ha fatto ulteriore richiesta - continua Ortalli - ma questo aumento è presto spiegato anche da un fatto: molti nidi privati hanno ritirato i posti in convenzione quest’anno perché il rapporto fra educatori e bambini è diverso. Nel pubblico devi garantire un rapporto 1 a 7, nel privato puoi garantire un rapporto 1 a 8". Servono più educatori - il costo lordo azienda di un educatore è intorno ai 20-25mila euro - e aumentano anche le spese di circa il 20%. Copriscarpe obbligatori, introvabili e costosissimi - come successo con i termoscanner e l’alcol - aumenta anche il costo delle derrate alimentari per le mense.

Risultato: rincari all’orizzonte anche per le famiglie. E se solitamente gli aumenti viaggiavano dal 3 al 6% ci saranno balzelli anche del 15% per riuscire a garantire il servizio. "La ripresa sarà lenta - sottolinea Ortalli - a settembre chi è riuscito almeno a posticiparli dovrà pagare affitti e bollette. Le banche non aiutano e alcuni utenti sono costretti a fare scelte diverse perché hanno perso il lavoro. Ci vorranno due anni e mezzo per tornare a un punto zero, purtroppo". In tutto questo il via libera e le linee guida per l’apertura sono arrivate tardissimo.

"Riapriamo con una voglia enorme di ripartire e ce la metteremo davvero tutta anche se siamo psicologicamente stanchi - conclude la presidente di Assonidi - ma chiediamo al pubblico di venirci incontro, permettendoci il rapporto di un educatore ogni 8 bimbi anche per i posti convenzionati. E chiediamo almeno una vera detassazione al governo. Abbiamo una richiesta anche per Ats: una linea diretta per non cadere nella rete di centralini in caso si verificasse un’emergenza o per avere da loro chiare indicazioni sulla possibilità di riammettere o meno un bimbo in classe. Il primo raffreddore si affaccerà già a settembre. Noi garantiamo la massima igiene, ma serve un patto di corresponsabilità con le famiglie e con le istituzioni".  

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