Accoltellato fuori dalla discoteca, Bettarini torna in aula: anche l'amica subì lesioni

Il figlio della Ventura sentito come teste in un altro processo per la stessa aggressione. La ragazza in lacrime durante la deposizione

Niccolò Bettarini in tribunale con l'avvocato Alessandra Calabrò

Niccolò Bettarini in tribunale con l'avvocato Alessandra Calabrò

Milano, 8 settembre 2020 - È tornato in scena in un'aula del Palazzo di Giustizia di Milano il caso dell'aggressione ai danni  di Niccolò Bettarini, il 21enne figlio dell'ex calciatore Stefano e della conduttrice tv Simona Ventura, colpito con  coltellate, calci e pugni il primo luglio 2018 fuori da una nota discoteca milanese, dove aveva passato la nottata con un gruppo di amici. Bettarini junior, infatti, stamani ha testimoniato nel processo che vede sempre imputati i quattro giovani, già condannati per il tentato omicidio ai suoi danni anche in appello, e stavolta per le lesioni provocate ai danni di un'amica del 20enne durante l'aggressione. Anche la ragazza, che si gettò nella mischia per salvarlo e che ha subito lievi ferite, ha testimoniato come parte civile nel processo davanti al giudice della sesta penale.

La ragazza nel corso della sua deposizione in mattinata ha anche pianto ricordando l'episodio di quella notte. Già in fase di indagini e nell'altro processo aveva riconosciuto i quattro come gli aggressori. La Corte d'appello ad ottobre aveva ridotto leggermente le pene per il tentato omicidio per Davide Caddeo e Albano Jakej, difeso dall'avvocato Daniele Barelli. Erano passate da 9 a 8 anni di carcere per il primo e da 6 anni e mezzo a 6 anni e 4 mesi per il secondo. Per il resto i giudici avevano confermato 5 anni e 6 mesi per Alessandro Ferzoco (difeso dal legale Mirko Perlino e che non ha fatto ricorso in Cassazione) e 5 anni per Andi Arapi. Si attende il processo in Cassazione per tre imputati.

 

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