"Nessuno seguì Ghirardini quando si uccise"

Delitto di Marcheno, secondo la Procura di Brescia non ci sono prove che i Bozzoli abbiano fatto pressioni sul dipendente

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di Gabriele Moroni

Né i fratelli Alex e Giacomo Bozzoli né altri hanno indotto al suicidio Giuseppe Ghirardini, avvelenatosi con una “ghianda” di cianuro. Lo ha concluso la procura generale di Brescia che ha chiesto l’archiviazione del fascicolo che vedeva indagati per istigazione al suicidio i fratelli Giacomo e Alex Bozzoli. I legali delle sorelle di Ghirardini, Sebastiano Sartori e Maria Costanza Rossi, si preparano a verificare il fascicolo per comprendere quale sia il materiale investigativo raccolto finora e decidere cosa fare.

È il doppio giallo di Marcheno. La sera dell’8 ottobre 2015 Mario Bozzoli scompare dalla fonderia di cui è titolare insieme con il fratello maggiore Adelio. Il 14 ottobre Giuseppe Ghirardini, storico dipendente della fonderia, presente la sera della sparizione del principale, si allontana in auto dalla sua abitazione alla frazione Aleno di Marcheno. Il corpo viene ritrovato giorni dopo in una locaità solitaria e boschiva a Case di Viso, sopra Ponte di Legno. "Dalle indagini svolte – scrive il procuratore reggente Marco Martani – non emerge se e in quale modo i fratelli Bozzoli, o altri soggetti, avrebbero fatto concrete pressioni su Ghirardini, mentre la ricostruzione dei suoi ultimi spostamenti fino all’impervia località in cui pose in essere il tragico gesto, effettuata anche grazie all’ausilio delle riprese di impianti di videosorveglianza situati lungo il percorso, dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio che nessuno lo aveva seguito e nessuno all’infuori di lui era presente al momento dell’ingestione della fiala di cianuro".

Quindi non si può ragionevolmente escludere che la decisione di uccidersi sia stata presa in autonomia da Ghirardini, anche perché sconvolto per la sparizione di Bozzoli, al quale era legato da un rapporto di amicizia fin dall’infanzia.

Il quadro indiziario per i fratelli Bozzoli, figli di Adelio, non è stato ritenuto sufficiente. Parenti e conoscenti di Ghirardini avevano escluso un suo stato di depressione. Dalla perquisizione in casa erano usciti 4.800 euro in contanti, fra cui otto banconote da 500 euro messe in circolazione in Austria. Una somma che non poteva essere spiegata con il pagamento per gli straordinari. Giacomo Bozzoli aveva rapporti con l’Austria. Claudio Bozzoli, figlio di Mario, aveva riferito ai carabinieri la circostanza inquietante di avere appreso che l’operaio Oscar Maggi era stato avvicinato da Giacomo "il quale, per garantirsi il silenzio su quanto aveva visto o sentito la sera dell’8 ottobre nella fonderia, gli aveva prospettato, in alternativa, la consegna di una grossa somma o di far del male al figlio della sua compagna".

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