Nei luoghi manzoniani e di Pontiggia

Maurizio

Cucchi

Continuo il mio giretto in zona 3 con il poeta Mario Santagostini e arriviamo in via Melzo, davanti alla facciata liberty dell’edificio che ospita la biblioteca civica. "L’avevano inaugurato nel 1910 - mi dice l’amico - e non come biblioteca: ma come cinema, il Dumont, e cinema è rimasto fino al 1932". Siamo davanti alla casa dove abitava Giovanni Raboni, che amava Porta Venezia, dov’era anche nato. "Sono luoghi storici, perfino luoghi manzoniani doc. Dall’altra parte del corso c’era il Lazzaretto, e c’è ancora la chiesa di Santa Maria al Lazzaretto, con la pianta ottagonale progettata dal Tibaldi. Porta Venezia un tempo era Porta Orientale, quella da dove Renzo Tramaglino esce da Milano". Proseguendo, poi, lungo quello che era lo stradone di Loreto, prima di chiamarsi corso Buenos Aires, potremmo arrivare al più antico edificio (oggi riattato) del corso, e cioè la cosiddetta Polveriera. "Infatti - spiega Mario - serviva come deposito di munizioni alle truppe austriache". Oggi c’è Benetton. Del resto siamo in una strada molto conosciuta per lo shopping. Ma c’è in zona ben altro, così l’amico mi invita a dare una occhiata alla chiesa settecentesca di Santa Francesca Romana, che "curiosamente ha come co-patrona, Santa Rosalia, protettrice di Palermo"... E , aggiungo io, è la chiesa dove i miei si sposarono e dove io sono stato battezzato... Deviamo allora verso il punto di partenza, via Stradella, passando da via Plinio e arriviamo in via Rodolfo Farneti. "Qui viveva un importante scrittore, Giuseppe Pontiggia, il grande Peppo, che purtroppo se ne è andato troppo presto, nel 2003, e ogni volta che ci ripasso è una gran botta di malinconia". Ed è così anche per me, mentre torno a pensare a sue straordinarie opere come "L’arte della fuga" o "Il giocatore invisibile", per non citarne che due. "Ma anche della sua acuta affabilità e della sua conversazione non possiamo non sentire la mancanza", conclude com’è giusto Santagostini.