Nei due computer di Carol la verità sulla sua morte

Caccia ai video e al movente che ha spinto l’assassino a uccidere a martellate la donna

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Sono trascorsi ormai 15 giorni da quando, in fondo a un dirupo che costeggia una strada in Valle Camonica nel comune di Borno, sono stati trovati i resti di Carol Maltesi, la ragazza di 26 anni di origini olandesi della quale nessuno aveva denunciato la scomparsa nonostante avesse un figlio piccolo, dopo due mesi di assenza. Ora le indagini si concentrano sulle sue ultime ore di vita all’interno della casa di Rescaldina dove viveva e sul racconto di Davide Fontana l’uomo che ha confessato di averla presa a martellate, sgozzata e poi fatta a pezzi, bruciata e infine gettata nella discarica abusiva di Borno. Fontana, che è in carcere, sarà risentito nei prossimi giorni, mentre gli investigatori continueranno il loro lavoro. Nelle scorse ore i carabinieri della Scientifica di Brescia, coordinati dal procuratore capo di Varese Carlo Nocerino, a cui è passata la competenza per territorialità, hanno passato al setaccio casa di Carol Maltesi, sequestrando due computer, che potrebbero contenere elementi importanti per ricostruire la vicenda e per verificare quanto raccontato dall’assassino chE non ha mai manifestato disturbi psichiatrici.

Forse emergeranno dati utili a fare comprendere come mai i due, che nel passato erano stati una coppia, abbiano deciso di girare un video amatoriale che prevedeva che Carol venisse legata a un palo e incappucciata: del tutto inerme e completamente abbandonata nella mani dell’uomo con la quale aveva avuto una breve relazione. E proprio un video mancante potrebbe spiegare come sono andate realmente le cose negli ultimi istanti di vita della ragazza. Sempre che Carol abbia accettato di fare il filmato e non sia stata obbligata o imbrogliata con qualche scusa. Nei pc potrebbero esserci filmati e fotografie precedenti all’aggressione, utili forse a capire la tipologia di materiale prodotto da Fontana e da Carol Maltesi. Non solo: in essi si potrebbe capire quale fosse il grado di fiducia che la giovane riponeva in colui che poi l’ha uccisa. Carol aveva deciso di trasferirsi in Veneto. Ufficialmente lo aveva fatto per stare vicino al figlioletto. È ipotizzabile che volesse andare lontano da Davide per qualche motivo? È certo che Davide avesse accettato la sua decisione? Le risposte saranno fornite da Procura e carabinieri, che in pochi giorni hanno risolto un caso che sembrava destinato a diventare un giallo irrisolto.

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