Gang, droga, risse: a Milano i negozianti pagano vigilantes privati

I titolari dei locali sul “Pavese”: spendiamo mille euro a notte per garantire l’incolumità nostra e degli avventori

Degrado post serata alla Darsena

Degrado post serata alla Darsena

Milano, 27 agosto 2018 - Non solo pusher. Ma anche risse fra baby gang che giungono dalle periferie per sfidarsi a colpi di bottiglia sullo sfondo del Pavese, il ramo «dimenticato» dei Navigli. All’angolo con viale Gorizia, all’alba di martedì scorso, un marocchino di 31 anni è stato trovate a terra, in una pozza di sangue, ferito all’addome da un accoltellatore rimasto senza nome. Di fronte a criminali e degrado, nove gestori dei locali affacciati sul Naviglio Pavese hanno deciso di far da sé. Sborsando di tasca propria mille euro (in totale) ogni sabato sera per attivare una squadra di steward non armati.

L’esperimento era partito già a fine maggio dopo il trauma facciale rimediato dal socio del Brass Monkey, Alessio Angelini, ferito al volto con un coccio di bottiglia da uno degli affiliati a una baby gang. Andato avanti quasi tutta l’estate, il servizio security tornerà in funzione dal primo settembre: «I nostri operatori sono riconoscibili per una pettorina gialla e servono a tutelare l’incolumità dei nostri clienti e di noi gestori» spiega Gianfranco Suma, titolare di Ps Cocktail and Beer sull’Alzaia Naviglio Pavese. La disposizione dei vigilantes è studiata a tavolino: due piantonano il civico 10, altrettanti stazionano all’inizio dell’Alzaia, al Forno dei Navigli. Un team più piccolo, di 2 o 4 persone, pattuglia a piedi la zona: «Il loro compito è tenere gli occhi bene aperti e raccogliere le bottiglie di vetro a terra, invitando chi sta bevendo a usare bicchieri di plastica che distribuiscono. I cocci possono diventare armi pericolose. Anche se i locali sono ligi ai regolamenti, purtroppo è possibile trovare facilmente le bottiglie di vetro per l’asporto altrove». Dagli abusivi, in primis, non certo scoraggiati dai divieti del Comune.

A Palazzo Marino, Suma chiede di portare avanti la pedonalizzazione di via Ascanio Sforza: «Se ne parla dal 2015, non se ne è fatto nulla. Pare che l’intenzione sia quella di partire escludendo al traffico delle auto il primo tratto di via Sforza - da via Scoglio di Quarto a via Conchetta - da ottobre. Speriamo...». L’area pedonale piace a molti gestori interpellati da Il Giorno sabato notte, incluso Christian Carbone, titolare di un pub su via Sforza non molto distante dal “fortino della droga” di via Gola, riflette: «Pedonalizzazione perenne o no, il problema più urgente da risolvere è la “metastasi” della piazza principale di spaccio di Milano, via Gola». Concorda Andrea Rovani di Alzaia24, secondo cui la situazione è andata degenerando dopo che è stata tolta la postazione fissa della polizia locale ai piedi del ponticello: «Ai problemi di spaccio si sono aggiunte le gang delle periferie che si danno appuntamento nell’unico tratto dove non ci sono locali. Ogni week end scoppia una lite, ne combinano di tutti i colori. Va bene la squadra privata di steward, ma l’ordine pubblico sia competenza delle forze dell’ordine». Il 22 agosto la polizia, con la polizia locale, ha fatto un blitz tra il parco Baden Powell e le vie Sforza e Lagrange. Risultati? Controllate 32 persone, dieci con precedenti, otto veicoli. Sequestrati 11,4 grammi di hascic trovati dai cani antidroga dentro una slot in un bar.

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