Negozi chiusi la domenica? Salvini: "Il sindaco Sala stia più attento a Milano"

Il primo cittadino non arretra di un passo ma si scusa: "Ho usato gli avellinesi per ironizzare sul ministro Di Maio"

Matteo Salvini e Beppe Sala

Matteo Salvini e Beppe Sala

Milano, 11 novembre 2018 - Negozi chiusi la domenica? Dopo la polemica tra il sindaco di Milano Beppe Sala e il vicepremier Di Maio, è intervenuto anche il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini: "Siamo a favore del diritto alla famiglia e al riposo, che deve andare di pari passo con il lavoro e lo sviluppo".  E ha sottolineato: "Milano è una bellissima città, mi piacerebbe che ci fosse un sindaco più attento alle cose locali e meno impegnato a insultare sulle vicende nazionali". Poi, ancora: "Andate a chiedere a una mamma che non vede in faccia il figlio da troppe domeniche per troppe settimane e poi ne riparliamo". Salvini ha aggiunto: "Io ho già incontrato i rappresentanti di Federdistribuzione e come sempre la verità sta nel mezzo, io non chiedo di chiudere sempre, pretendo che non si sia aperti sempre, con il buon senso che non è quello dell’ insulto". Secondo il vicepremier, serve "una mediazione tra il diritto del riposo dei lavoratori, il diritto a stare con i propri figli e il diritto al lavoro delle aziende e il diritto all’apertura delle città". "Con il buon senso  - ha concluso - la soluzione si trova, la Lega su questo ha più di una proposta. Nessuno vuole chiudere niente".

Nel frattempo, l'augurio del sindaco di Milano è che questa polemica "sia servita per sollevare un tema che non è semplicemente quello delle aperture e delle chiusure, ma anche quello di un modo di intendere la società è la linea politica". "Alla fine io ritorno sempre al mio slogan che la solidarietà si coniuga con lo sviluppo, quindi bisogna andare avanti", ha ribadito il sindaco, assicurando che "i diritti dei lavoratori certo che sono fondamentali, anzi prendo la cosa positiva in tutto cio' come uno stimolo per approfondire ancor piu' con i sindacati i diritti dei lavoratori".

Poi, le scuse: "Mi scuso con gli avellinesi, ho usato loro come paragone per ironizzare sul ministro Di Maio". La dichiarazione di Sala aveva alzato un vero e proprio polverone con conseguente cascata di commenti. Se molti si sono trovati concordi con le sue parole, c'è stato anche chi si è chiesto per quale motivo proprio Avellino dovesse essere usato come termine di paragone negativo. Tra questi il primo cittadino della città campana, Vincenzo Ciampi, che ha dichiarato: "Ricordo a Sala che, per fortuna, viviamo ancora in una nazione unica e indivisibile . Certe affermazioni non le possiamo tollerare. Fa davvero specie che un sindaco 'democratico' se ne dimentichi. Avrebbe fatto meglio a stare zitto". Il richiamo ad Avellino, ha chiarito il sindaco del capoluogo lombardo, era legato al vicepremier che è nato proprio nella provincia campana. 

Sala però non arretra sulla sua posizione in proposito delle chiusure domenicali. Se diventassero legge nazionale - ha spiegato a margine dell'inaugurazione di cascina Cotica, nel quartiere Lampugnano - "credo che troveremmo delle formule, tipo di promuovere un referendum o qualche forma del genere, perche' e' qualcosa che qua non funziona". "Che pero' adesso si voglia trasformare Milano in una citta' nella quale i diritti di tutti non sono ben seguiti da chi l'amministra e' una follia", ha sottolineato. E ha concluso: "Noi tuteliamo tutti i diritti, anche quelli dei lavoratori e ci lavoreremo, ma non si puo' generalizzare: io devo anche pensare a quello che va bene per Milano e che puo' non andar bene per il Paese. Milano e' una citta' che ha deciso di funzionare in un certo modo e quindi io difendo quello".

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