Nebbia mentale post Covid. La ricerca: può durare anche un anno

Lo studio della Statale con l’Auxologico e il San Paolo su 76 ex ricoverati "Per il 63% disturbi cognitivi dopo 5 mesi, nel 50% dei casi rimasti dopo 12"

Migration

Quella "nebbia cognitiva" che è stata una delle conseguenze osservate a medio e lungo termine in una parte degli ex malati di Covid - una sorta di stanchezza mentale e di rallentamento nell’esecuzione di azioni quotidiane come lavorare, guidare o fare la spesa - può persistere per oltre un anno dopo la guarigione, diradandosi senza sparire. È uno dei risultati emersi da uno studio condotto dal centro di ricerca “Aldo Ravelli” dell’università Statale su 76 ex ricoverati al San Paolo per l’infezione da Sars-CoV-2, che durante la degenza sono stati sottoposti a diverse terapie con ossigeno in base alla severità della loro situazione , in collaborazione con lo stesso ospedale e con l’Auxologico. La ricerca è stata pubblicata sull’European Journal of Neurology. Dei 76 pazienti che hanno partecipato allo studio, il 63% ha manifestato un disturbo o deficit cognitivo cinque mesi dopo le dimissioni, e nel 50% di questi casi il problema continuava a persistere anche dopo 12 mesi.

"Il nostro studio – spiega Roberta Ferrucci, docente di Psicobiologia e psicologia fisiologica alla Statale, che ha coordinato la ricerca - conferma e amplia i risultati di studi precedenti, dimostrando che i deficit cognitivi come il rallentamento mentale e le difficoltà di memoria possono essere osservati anche dopo un anno dal contagio e potrebbero interferire con il lavoro e la vita quotidiana".

Ferrucci afferma quindi la necessità di "interventi di riabilitazione, in particolare sui pazienti più giovani che potrebbero avere implicazioni sociali e lavorative significative, e sperimentare un aumento dell’affaticamento mentale e dello stress".

"Il dato che emerge - aggiunge Alberto Priori, direttore della Clinica neurologica dell’ateneo con base al polo universitario dell’ospedale San Paolo - mette in evidenza la necessità di valutare attentamente la progressione a lungo termine sia dei disturbi fisici che cognitivi nei pazienti post Covid-19.

Per questo all’ospedale San Paolo è stato attivato un ambulatorio specialistico specifico per il Long Covid".

"È necessario continuare a studiare il Long Covid - chiosa Vincenzo Silani, direttore del Dipartimento di Neurologia della Statale presso l’Istituto Auxologico – per l’imprevedibile possibile impatto anche sul disegno di nuove strategie terapeutiche per questi pazienti".