‘Ndrangheta Milano, il business del padel: un arresto e campi comunali sotto sequestro

Operazione dell’Antimafia alla polisportiva Lombardia1: ai domiciliari Marco Molluso, nipote dei boss e allenatore di calcio

I campi da padel sequestrati e, al centro, l'imprenditore Marco Molluso

I campi da padel sequestrati e, al centro, l'imprenditore Marco Molluso

L’intuito imprenditoriale di Marco Molluso era concentrato sullo sport del futuro, il paddle. Per questo aveva deciso di investire i soldi provenienti da reati tributari, per lo più fatture false, nella costruzione di otto campi da padel nel centro sportivo comunale Sant’Ambrogio di Milano, in via De Nicola, affidato dal Comune in concessione alla Palauno Asd.

Le intercettazioni non lasciano dubbi: Molluso era dentro l’affare, convinto che “c’è un business infinito dietro il padel, tutto a salire”, dice intercettato l’imprenditore di due società, la MC Immobiliare e la MM Sport che nel 2021, mentre gli operai gettavano le basi per i campi, aveva acquisito la gestione del bar all’interno del centro sportivo.

L’operazione della Dia, coordinata dai magistrati Alessandra Dolci e Silvia Bonardi della Divisione distrettuale Antimafia, ha messo in luce come Molluso, 39 anni, personaggio cresciuto e conosciuto negli ambienti sportivi del Sud Milano e allenatore della Castanese calcio di Castano Primo, abbia emesso fatture false per ricavare denaro da investire nella costruzione dei campi. Nipote di Giosofatto Molluso, boss di calibro della locale di 'ndrangheta corsichese e di Buccinasco, pluripregiudicato anche per associazione mafiosa, Marco Molluso avrebbe lavorato a lungo per la costruzione dei campi, investendo anche risorse di un altro pluripregiudicato di Corsico.

Dall’emissione delle fatture false (una frode per oltre un milione e mezzo di euro) Molluso avrebbe destinato poi circa 700mila euro nella costruzione dei campi da padel, ora sotto sequestro perché, tra l’altro, edificati abusivamente e senza autorizzazioni. Molluso è finito ai domiciliari, da scontare nella sua abitazione a Buccinasco.

Il gip descrive «un quadro allarmante» della capacità di Molluso di «estendere il sistema illecito in aree imprenditoriali sempre più numerose e diversificate giungendo a introdursi nella gestione degli spazi pubblici». Per il giudice, poi, non può «passare inosservato l'interesse diretto nell'operazione» di Giosofatto Molluso, che era «stabilmente presente sul cantiere, come un saldo punto di riferimento per lo stesso» imprenditore «nell'esecuzione delle opere», ossia nella realizzazione dei campi. Molluso, si legge ancora, «presa consapevolezza dell'estrema redditività del business del padel, aveva deciso di investire le sue risorse economiche (di dubbia provenienza) in svariate operazioni di cui quella del Centro Sant'Ambrogio è solo una parte». Tra l'altro, il gip fa notare che «ancora prima dell'apparire del Molluso» e «dell'irregolare inserimento delle sue società Mc Immobiliare e Mm Sport» nell'affare dei campi da padel, la Asd Palauno, la concessionaria del Centro sportivo comunale Sant'Ambrogio di Milano, «aveva violato i termini della concessione che quindi, a ben diritto» poteva «e può essere revocata».

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