'Ndrangheta, 8 arresti: sequestrato bar vicino Pirellone

Nelle indagini emersi anche contatti con Gianpaolo Tarantini. L'associazione per delinquere stava cercando anche di mettere in piedi un'attività di smaltimento illecito dei rifiuti a Monza

La Guardia di finanza

La Guardia di finanza

Milano, 16 maggio 2018 - Dieci ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite dalla Guardia di Finanza di Milano nell'ambito di un'indagine della Procura di Milano su un giro di denaro frutto di evasione fiscale che sarebbe stato investito tra la Romania e Milano e finito in parte anche nella tasche della 'ndrangheta. L'indagine ha portato anche al sequestro di un bar di via Pirelli, vicino al Pirellone. Tra gli  arrestati (6 in carcere e 2 ai domiciliari) figura Bruno Crea, cognato di Alvaro Natale, presunto boss al vertice della 'ndrina di Sinopoli San Procopio (Reggio Calabria), già condannato per associazione mafiosa. Anche al presunto boss sarebbe arrivata parte dei soldi frutto di evasione fiscale.

Il presunto profitto dell'evasione ammonta a circa 8 milioni e 600 mila euro. Le accuse sono associazione per delinquere finalizzata a reati tributari anche aggravati dall'agevolazione mafiosa. Bruno Crea, si legge nell'ordinanza, "ha avuto contatti e rapporti d'affari con pregiudicati anche estranei alla sua cerchia familiare", come Guerino Casamonica del clan romano e con "Gianpaolo Tarantini", l'imprenditore barese che avrebbe portato escort nelle residenze estive di Silvio Berlusconi. Stando alle indagini, Crea, in rapporti anche con  Valter Lavitola (ex direttore del giornale 'L'Avanti' e finito in varie inchieste, aveva anche "offerto un lavoro" a Tarantini "in una sua cooperativa per fargli ottenere gli arresti domiciliari".

Sarebbe anche emerso che l'associazione per delinquere stava cercando anche di mettere in piedi un'attività di smaltimento illecito dei rifiuti a Lazzate (Monza e Brianza).

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