Nativi digitali Il nostro compito nella giungla

Daniele

Nappo*

La Generazione Z, i nati tra il 1995 e il 2010, è meno favorevole di quello che si dice ad aprirsi alla rete, anzi gli adolescenti vogliono essere formati sui temi della privacy e della protezione su internet; quindi possiamo dire che, al contrario di quello che pensano gli adulti, sono sensibili a questi argomenti.

La scuola, con corsi ad hoc, deve aiutare gli adolescenti a comprendere gli inganni del web; lo scopo è comprendere il senso dei “dati sensibili“ quando si è attivi su piattaforme web e social network acquisendo cioè maggiore attenzione alle reali minacce per avere la consapevolezza che condividere immagini personali è sbagliato o che un dato personale va condiviso solo con il consenso. Sono temi che devono essere trattati con consapevolezza da persone specifiche e preparate, non possiamo pensare che un adolescente vada sul web a cercare le risposte sulla sicurezza online o, peggio, che pensi da solo di avere una conoscenza sufficiente. Non basta consultare i regolamenti delle app che si utilizzano in questi casi per essere e sentirsi esperti. A scuola dobbiamo impostare un’educazione digitale alle nuove generazioni.

Insegnanti e genitori devono affrontare questi temi lasciando spazio a incontri con esperti in classe, a gruppi di discussione, a testimonianze dirette di chi ha vissuto sulla propria esperienza gli esiti negativi di violazioni della privacy o di un approccio superficiale alla sicurezza, a video di sensibilizzazione e perché no, a una materia scolastica dedicata con delle lezioni che consentano sia di fare un ripasso degli argomenti più conosciuti, sia l’inserimento di questioni meno dibattute.

Si spera che si possano realizzare a scuola materiali didattici per aiutare gli studenti nella comprensione di queste tematiche, in modo stimolante e con un linguaggio innovativo. Sono proprio i docenti le figure sulle quali, allo stato attuale, si basa la maggior parte dell’educazione digitale dei ragazzi. Non scordiamolo.

*Scuola Freud Milano

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