"Complimenti". "Non rompere..." La frase di Muti gela gli scaligeri

Chailly trattato in malo modo dal predecessore, tramontano i progetti di riportare il grande ex in teatro. Dal caso del concerto lo stesso giorno di Toscanini alle reazioni sorprese di tanti professori d’orchestra

Il maestro Riccardo Muti durante l’esibizione alla Scala con Wiener Philharmoniker

Il maestro Riccardo Muti durante l’esibizione alla Scala con Wiener Philharmoniker

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Milano - Chi era contrario al rientro di Muti ha visto confermate le sue perplessità. I possibilisti sono rimasti sorpresi da un’uscita a dir poco infelice. E pure i fedelissimi non l’avranno presa bene, consapevoli che la frase rivolta a Chailly potrebbe essere la pietra tombale sui progetti di rientro, almeno per una sera, alla guida dei corpi artistici interni per dirigere un’opera. In pochi secondi, sono stati spazzati via anni di faticosi riavvicinamenti e di numerosi tentativi (prima di Pereira e poi di Meyer) di riallacciare il legame reciso nel 2005. Mercoledì sera tutto è naufragato alla fine del concerto con i Wiener Philharmoniker, accolto da applausi e da urla di "Bentornato" (qualcuno non esita a parlare di claque ). Il direttore musicale Riccardo Chailly, che da padrone di casa ospitale ha ceduto al predecessore il suo camerino, ha raggiunto il collega per congratularsi. Doppia reazione spiazzante: prima Riccardo Muti non lo avrebbe riconosciuto, tanto che alcuni dei presenti hanno pensato a uno scherzo; poi, alla frase "Sono qui per farti i complimenti", avrebbe replicato "Non mi rompere i c.".

Chailly non si è scomposto: "Arrivederci, Riccardo". Una versione alternativa sostiene che Muti si sia prima indispettito per la presenza di una troupe della Rai (che ha registrato l’evento per mandarlo in onda il 28 luglio) e che poi, non riconoscendo Chailly per via della mascherina, lo avrebbe preso a male parole, fermo sulla volontà di non parlare con nessuno. In ogni caso, il caso è subito esploso in via Filodrammatici, e in tanti hanno ricollegato il nervosismo alle polemiche sul concerto dell’11 e all’accordo Meyer-sindacati per un altro concerto, quello del 10 con Chailly. Ovviamente, la querelle non ha lasciato indifferente il sovrintendente, che solo poche ore prima aveva affermato: "Ho fatto delle proposte e speriamo desideri tornare". Ora potrebbe venire a mancare la volontà da parte della Scala, anche perché è inverosimile pensare che Chailly, in carica fino al 2025, accetterebbe a breve un’altra rentrée di Muti. D’altro canto, stando a quanto trapela, lo stesso Chailly non avrebbe avuto nulla da ridire (anzi) quando, nei giorni scorsi, alcuni professori lo avrebbero informato di avere intenzione di approfittare della presenza di Muti per parlargli di eventuali progetti. Come dire: massima disponibilità e cortesia sono state ripagate con tutt’altra moneta. Va ricordato che si tratta di ricostruzioni a caldo, che al momento non hanno il conforto delle dichiarazioni ufficiali (né i due protagonisti né la Scala hanno commentato), ma la vicenda è destinata a lasciare un segno profondo. E forse a scrivere la parola "fine" su un rapporto interrotto bruscamente e mai davvero riannodato. "I due concerti hanno celebrato al meglio la ripartenza del teatro – taglia corto Paolo Puglisi della Slc-Cgil –. Ora occupiamoci di pianta organica e precari". Tradotto: pensiamo solo alla Scala e a chi ne fa attualmente parte.

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