Rapinatori violenti alla movida, cocci di bottiglia per rubare i cellulari: due arresti

Anche una ragazza di 24 anni tra i fermati, autori di rapine di telefoni nella zona di corso Como, dove una persona è rimasta ferita

Le zone della movida in Porta Ticinese a Milano

Le zone della movida in Porta Ticinese a Milano

Milano - Il 12 agosto, di notte, avevano seminato il terrore rapinando dei telefoni cellulari due ragazzi con pugni, calci e ferendo una vittima con un coccio di bottiglia nella zona di corso Como, tra le più note della Movida milanese. Ora, convalidando il fermo eseguito dagli agenti della Questura di un marocchino di 23 anni e di una ragazza italiana di 24, il gip di Milano Guido Salvini sottolinea vi è «elevata probabilità gli indagati abbiano commesso e possono commettere in futuro episodi del medesimo genere che hanno carattere seriale e che avvengono ormai con elevata frequenza e quasi quotidianamente soprattutto dalla zona di corso Como frequentata da moltissimi giovani fino a tarda notte e fino alle prime ore del mattino».

La notte di venerdìi giovani malviventi avevano rapinato due ragazzi marocchini di 24 e 25 anni che avevano appena trascorso una serata nella zona di corso Como, portandosi via i loro cellulari: un iPhone Pro Max da oltre mille euro e un Samsung A52. Ma i quattro, una gang composta da 4 giovani tra cui due ragazze, è stata bloccata dalla polizia. Sono due marocchini di 37 e di 23 anni e due ragazze, una di 17 anni, connazionale, e l'altra di 24, italiana. I due rapinati avevano contattato il 112 da via Procaccini dopo essere stati derubati. 

Una Volante ha notato i 4 al mattino seguente tra piazza XXV Aprile e corso Garibaldi e, dato che corrispondevano alle descrizioni dei rapinatori, li ha controllati. Addosso avevano la refurtiva e sono stati poi riconosciuti dalle vittime. Per due, il marocchino di 23 anni e l'italiana di 24, è scattato il fermo (arresto convalidato per entrambi; per il ragazzo è poi sfociato in custodia cautelare in carcere). Indagati gli altri due, il marocchino di 37 anni e la diciassettenne.

Si tratta di episodi «caratterizzati da violenza contro le vittime al fine di neutralizzarle e impossessarsi dei loro beni». Per il giovane è stato disposto il carcere, mentre per la ragazza, madre di due figli piccoli, è stato disposto l'obbligo di firma nella città siciliana in cui risiede (era a Milano occasionalmente) . Con loro risultano coinvolti un altro ragazzo e anche la donna di 25 anni che aveva all'interno degli slip un coltello blocco lama della lunghezza di 20 centimetri e, a detta delle vittime, «incitava i loro amici a picchiarci».

Per un teste, la donna agitava il coltello e aveva cercato di liberarsi di uno dei cellulari in un contenitore della spazzatura. Per questa vicenda «è stata stranamente denunciata a piede libero», annota il giudice Salvini.

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