Movente ancora da chiarire L’unico contatto nel 2021 fra i due non giustifica tanta violenza

I carabinieri stanno analizzando ogni dettaglio dell’aggressione e le dichiarazioni di Benedetto Bifronte. Non pochi i punti da chiarire, a partire dalla casualità dell’incontro e dalla presunta lite

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Un unico contatto precedente tra i due, risalente a 22 mesi prima. Poi l’incrocio, casuale a dire dell’assassino, martedì mattina all’esterno del pronto soccorso del Policlinico San Donato e i colpi di accetta alla testa. A quattro giorni dal raid costato la vita al medico di 76 anni Giorgio Falcetto, sono ancora in corso le indagini dei carabinieri per chiarire il movente dell’omicida Benedetto Bifronte. Il killer è rimasto in silenzio nel corso dell’interrogatorio del gip Chiara Valori, che ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere. Tuttavia, restano le dichiarazioni spontanee che il sessantaduenne (non interrogato dal pm di turno Giovanni Polizzi) ha rilasciato ai militari subito dopo essere stato bloccato, a poco meno di sei ore dall’aggressione. Bifronte ha raccontato di essersi svegliato con dolori al petto e pressione alta e di aver deciso di recarsi in ospedale: "Visto che c’era troppa gente – ha aggiunto – non mi facevo registrare e uscivo dal pronto soccorso: mi recavo verso la macchina, parcheggiata davanti all’ingresso, e salivo a bordo". È in quel momento che l’uomo ha incrociato Falcetto: "Lo riconoscevo per quello che due anni fa mi aveva fatto due flebo, sempre presso l’ospedale di San Donato Milanese, che mi hanno causato vari e gravi problemi di salute: a causa di queste due flebo, ho sempre mal di testa e nausea". A quel punto, Bifronte avrebbe attirato l’attenzione del medico, dicendogli che "stavo male": ne è nata una prima discussione, senza conseguenze. Poi il sessantaduenne ha riferito di aver tamponato senza volerlo l’auto di Falcetto e di aver nuovamente litigato con lui: "Ho pensato a tutto quello che mi aveva fatto, perdevo la testa. Tornavo alla macchina, aprivo il bagagliaio posteriore e da qui prendevo un’accetta, di piccole dimensioni, con cui colpivo il medico sulla fronte". N.P.

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