Ultimatum islamico sulla moschea: "Comune, risposte entro 7 giorni"

Sale la tensione sul caso moschea tra Comune e comunità islamica: la Giunta prende tempo, il Caim fa pressing

Musulmani in preghiera all'Arena

Musulmani in preghiera all'Arena

Milano, 6 luglio 2016 - Sale la tensione sul caso moschea tra Comune e comunità islamica. Sì, perché la Giunta prende tempo mentre i musulmani chiedono risposte "entro una settimana o dieci giorni". L’occasione del dialogo a distanza, come da previsioni della vigilia, è stata la festa di fine Ramadan organizzata ieri mattina all’Arena civica dal Caim, il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano e Brianza. Presente la vicesindaco con delega ai Rapporti con le comunità religiose Anna Scavuzzo, la quale ribadisce che la moschea è una priorità per l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Sala: "Abbiamo preso un impegno con la comunità islamica per la costruzione di luoghi di culto, ci sono ancora nodi da sciogliere, ma non escludo che si possa farlo in temi brevi. Intanto occorre che la comunità islamica dialoghi di più al proprio interno ma anche con l’esterno". I nodi a cui si riferisce la numero due di Palazzo Marino si riferiscono in primis al bando comunale sui luoghi di culto che per ora è congelato, ma che in prima istanza aveva assegnato l’area dell’ex Palasharp e gli ex bagni pubblici di via Esterle ai musulmani per la realizzazione di nuovi luoghi di culto. "I tempi brevi per sciogliere i nodi non dovrebbero superare la settimana o i dieci giorni perché la questione è sul tavolo da cinque anni", incalza il Comune il portavoce del Caim Davide Piccardo.

La prima risposta che gli islamici attendono dalla Giunta riguarda l’ex Palasharp. Quell’area, secondo la prima graduatoria del bando comunale, era stata assegnata all’Associazione islamica di Milano, un raggruppamento di varie sigle musulmane milanesi. Ma gli uffici comunali, dopo una serie di controlli, hanno rivisto la graduatoria perché il presidente dell’associazione Milly Gorus, facente parte anch’essa dell’Associazione Islamica di Milano, era coinvolto in una causa di lavoro. Risultato: area dell’ex Palasharp non ancora assegnata. I musulmani hanno chiesto tre mesi fa al Comune di sapere se quell’area sarebbe stata comunque assegnata ai vincitori del bando oppure no. Ma alla scadenza dei tre mesi, cioè lunedì, Palazzo Marino non ha fornito alcuna risposta. "Il termine non è perentorio", fanno sapere dall’amministrazione. Ma l’impressione è che risposta all’Associazione Islamica di Milano non si farà attendere troppo. Un po’ perché c’era un termine fissato, un po’ perché la questione del vecchio bando va prima o poi risolta. Piccardo, intanto, avverte il Comune: "Non si deve ripartire da zero, soprattutto perché c’è un percorso amministrativo già avviato e non si può non tenerne conto". In consiglio comunale, a perorare la causa della nuova moschea, ci sarà la consigliera del Pd Sumaya Abdel Qader. Il consigliere di opposizione Matteo Forte (Milano Popolare) è pronto a dare battaglia contro la realizzazione della moschea. Di più. Forte giudica "un errore del Comune aver concesso l’Arena al Caim per il Ramadan".

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