Marco e Roberto morti nel crollo della gru a Torino: un dramma da indagare

Ancora sconosciute le cause del cedimento costato la vita ai due imprenditori milanesi e a un terzo collega. A Carugate domani i funerali, a Cassano venerdì

Roberto Peretto e Marco Pozzetti con Filippo Falotico, la terza vittima

Roberto Peretto e Marco Pozzetti con Filippo Falotico, la terza vittima

Carugate (Milano), 22 dicembre 2021 -  Marco e Roberto tornano a casa da Torino nel modo più triste. La trasferta dei due imprenditori di Cassano e Carugate morti nel crollo della gru di sabato sarebbe stata l’ultima prima di Natale. La festa delle loro famiglie non sarà attorno alla tavola, ma si trasformerà in un saluto straziante davanti a due bare. Carugate si stringerà domani attorno agli amici e ai familiari di Pozzetti: funerali previsti nella chiesa parrocchiale alle 15.30. A Cassano, invece, domani la salma di Peretto sarà nella casa del commiato al cimitero, circondata dall’affetto degli amici di una vita. Poi, venerdì alle 10, le esequie alla chiesa di San Zeno.

Per entrambi, gli esami tecnici e l’autopsia eseguita dal medico legale Giambattista Golè sono stati accelerati al massimo. Gli inquirenti hanno voluto venire incontro almeno al diritto dei parenti e della compagna del 52enne e della moglie e dei figli del 54enne di dare ai loro uomini un’ultima carezza, concedendo rapidamente il nullaosta alla sepoltura.

Mentre stamane nell’aula della Camera dei deputati il ministro del Lavoro Andrea Orlando sarà chiamato a dare spiegazioni urgenti sulle attività di verifica attorno al drammatico infortunio e sulle politiche del governo per fermare la strage, l’inchiesta dei pm torinesi prosegue su più fronti e a pieno regime. A partire dall’analisi amministrativa del groviglio di società che si stavano occupando del cantiere in allestimento in via Genova per il rifacimento del tetto di un condominio. C’è la Fiammengo, nei cui uffici l’Asl del capoluogo piemontese ha già acquisito carte che saranno utili per gli approfondimenti amministrativi, che è responsabile dell’intervento; poi ci sono la Calabrese e la Loca Gru, alle quali la prima azienda aveva affidato l’installazione del mostro d’acciaio crollato su un palazzo di sei piani. Attorno al ruolo delle due appaltatrici, c’è – formalmente – quello delle ditte individuali per le quali lavoravano i tre morti, i due lombardi e il ventenne torinese Filippo Falotico, deceduto in ospedale dopo il crollo.

Ricostruire i passaggi amministrativi, le documentazioni per la sicurezza di tutte le imprese non sarà semplice. Altrettanto complicata è l’analisi tecnica del relitto da cui si deve ricostruire la dinamica dei fatti. Giorgio Chiandussi, docente del Politecnico di Torino cui è affidata la consulenza dei pm, il medesimo che lavora sullo schianto della funivia del Mottarone, non parte da molte certezze. Secondo i primi rilievi dei vigili del fuoco, al momento l’unica cosa esclusa sarebbe lo sprofondamento nell’asfalto dei sostegni dell’autogru che stava sollevando il braccio da attaccare al traliccio, sulla quale si trovavano i tre tecnici.

I supporti sono ancora esattamente dove si dovevano trovare e la superficie della carreggiata su cui poggiano appare in ordine. Lo sottolinea anche l’azienda Calabrese, secondo la quale "gli stabilizzatori del mezzo sono nella posizione iniziale", quella corretta. Una manovra azzardata del braccio meccanico o un cedimento di una delle strutture portanti sono solo alcune delle possibilità da considerare. Dati importanti per l’indagine, che però non restituiranno il sorriso alle famiglie distrutte dal lutto.  

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