Milano, 80 morti nelle corsie delle case di riposo

Cinque volte in più rispetto all’anno scorso. Ma i casi ufficiali sono solo dieci: per loro nessun tampone. A Lodi in un mese sono 52

Un operatore sanitario davanti alle palazzine di una casa di riposo di Milano

Un operatore sanitario davanti alle palazzine di una casa di riposo di Milano

Milano, 3 aprile 2020 - Il numero di morti è salito a quota 80. Quattordici in più rispetto alla situazione fotografata sei giorni fa nelle due Rsa comunali del quartiere Corvetto a Milano, Casa di riposo Virgilio Ferrari di via Dei Panigarola e Casa per coniugi di via dei Cinquecento, gestite dalla cooperativa Proges. I decessi con Covid-19 accertati sono 10, di cui 9 a marzo e uno ad aprile.

E gli altri 70? Impossibile dire con certezza se, e quanti degli ospiti deceduti, avessero contratto il virus, perché non sono stati effettuati i tamponi a tutti. Alcuni casi sono sospetti. Certo è che il numero di morti denota un’anomalia: 79 nel mese di marzo 2020 (l’ottantesimo è di aprile), 17 nello stesso periodo del 2019. Siamo a quasi cinque volte di più, nelle due Rsa che hanno in totale 435 posti letto. "Abbiamo isolato il settimo piano della Casa Ferrari - spiega Claudia Zerletti, direttrice amministrativa - collocando in quelle stanze le persone positive che vengono dimesse dagli ospedali. Al momento ne abbiamo 7 (6 che già erano alla Casa Ferrari e una che era alla Casa per coniugi). Adottiamo tutte le misure restrittive e i dispositivi necessari per ridurre al minimo il rischio di contagio. La situazione evolve costantemente e noi dobbiamo adattarci, è un lavoro senza sosta". Finora, 20 ospiti sono risultati positivi al coronavirus: 16 alla Casa Ferrari (di cui 7 deceduti) e 4 alla Casa per coniugi (in 3 non ce l’hanno fatta). A mano a mano che tornano dagli ospedali, vengono alloggiati al settimo piano, destinato appunto agli infetti. "Per effettuare i tamponi - aveva già sottolineato Zerletti - gli ospiti devono essere trasferiti in ospedale, non essendo le Rsa attrezzate con i laboratori. Le strutture sono da tempo chiuse al pubblico e nessuno si sposta dalle proprie camere, con difficoltà crescenti per il personale, che ha a che fare con anziani affetti anche da patologie psichiatriche o con fumatori che devono uscire".

E il virus non ha risparmiato neppure i lavoratori: su 300 dipendenti, 6 sono affetti da Covid, in particolare 3 assistenti di base del polo Ferrari, uno della Casa per coniugi, un’infermiera e il direttore sanitario dello stesso luogo. In più, circa 40 lavoratori risulterebbero in quarantena, tanto che è stata necessaria una campagna straordinaria di assunzioni. "In due settimane abbiamo assunto 35 persone", ricorda Zerletti. A difendere anziani e disabili ha pensato il Forum del Terzo settore Lombardia insieme a Ledha, Uneba Lombardia e Alleanza Cooperative italiane-Welfare Lombardia: "Stavolta gli innocenti non sono bambini, ma anziani con disabilità. Muoiono a centinaia. Persone con disabilità e fragilità, a cui è stata negata ogni forma di difesa dal Covid19, ora stanno pagando con la vita questa negligenza". Anche Giacomo Perego (Pd), consigliere del Municipio 4, denuncia "l’inerzia. Dove sono i protocolli di Regione? Come si difende la vita anche dentro queste strutture?". Un fenomeno che non riguarda solo Milano. A Lodi, alla casa di riposo Santa Chiara, la direzione conferma 52 decessi in un mese.  

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