Moratti tirata per la giacca nel totoministri: "No, lei vuole lavorare per la Lombardia"

Lo scontro per la candidatura del centrodestra alle Regionali

Letizia Moratti

Letizia Moratti

Le sirene del totoministri continuano a far filtrare il suo nome per la Salute, ma Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare cooptata a gennaio 2021 dalla Regione all’epoca sotto attacco per la pandemia, pare non abbia alcuna intenzione di ascoltarle. Né di retrocedere dalla sua offerta di candidarsi presidente alle regionali del 2023. Un ministero nel costruendo esecutivo Meloni? "No. Lavora e intende lavorare per Regione Lombardia", rispondono all’agenzia Dire "fonti vicine alla vicepresidente". Le fonti consultate dal Giorno confermano la medesima posizione, e del resto la stessa Moratti l’aveva chiarito in televisione, a dieci giorni dalle politiche con l’esito più annunciato dalla fine della prima repubblica: "Non mi hanno offerto nessun ministero, ma anche se me lo offrissero direi di no perché sono concentrata sulla mia Regione".

Ieri è tornato sul tema il sindaco di Milano Beppe Sala, che è stato il city manager della Moratti quando era lei la prima cittadina: "Conoscendo bene Letizia Moratti, credo continui la sua corsa. Il vero dubbio è se rimarranno in due, questo lo si capirà nelle prossime settimane". Sul tavolo del centrodestra c’è la ricandidatura del presidente leghista Attilio Fontana, ribadita dall’interessato e dal segretario Matteo Salvini dopo la batosta elettorale, col Carroccio crollato sotto il 9% nazionale e doppiato da Fratelli d’Italia nella natìa Lombardia. Un risultato che per Gabriele Albertini, altro ex sindaco di Milano, riapre la partita: "La candidatura di Letizia Moratti non è una banalità – ha detto all’Adnkronos –. Ha una caratterizzazione civica, in Lombardia potrebbe acquisire il consenso del centrodestra contando anche sull’appoggio del Terzo polo. Se Meloni dovesse negargli il ministero dell’Interno, Salvini potrebbe ottenere la riconferma della candidatura di Fontana – ragiona Albertini –. Ma se le caselle del governo si assestassero in maniera soddisfacente per la Lega, può essere che la Lombardia non esprima più un candidato leghista, ma un candidato come Moratti, unificatore".Gi. Bo.

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