Milano, monopattino sul banco degli imputati: il processo si chiude con il risarcimento

Una donna venne investita dal mezzo contromano quando la sperimentazione non era ancora ufficialmente partita, la riforma Cartabia "salva" la società di noleggio

Monopattino in città

Monopattino in città

Milano - È stato il primo processo a un monopattino per investimento stradale. E sul banco degli imputati, oltre al giovane che lo guidava, era finito anche il rappresentante legale tedesco della Bird, l’azienda che per prima era sbarcata nella metropoli per avviare il business del noleggio. Dopo quasi tre anni è finita con un "non doversi procedere" per tutt’e due (grazie a una delle novità della “Cartabia“) e un risarcimento intorno ai 20mila euro - alla parte lesa.

L’incidente successe una mattina di fine maggio del 2019. Una donna che stava attraversando la strada in in via Olona, zona Navigli, venne investita da un ragazzo che viaggiava contromano sulla tavoletta elettrica a ruote. La poveretta cadde pesantemente a terra e si procurò una frattura al bacino. Il giovane venne indagato per lesioni colpose gravi e come lui finì sotto inchiesta anche il rappresentante legale della società che gli aveva noleggiato il mezzo. Secondo l’accusa l’aveva fatto in modo illecito, perché in quel momento la sperimentazione dei monopattini decisa da Palazzo Marino non era ancora ufficialmente partita e dunque quel mezzo non sarebbe potuto circolare.

Fu uno dei primi casi di investimento da monopattino finito sul tavolo dei magistrati del pool “ambiente, sicurezza e lavoro“ della Procura, che all’epoca per vederci chiaro sull’intera vicenda delle tavolette a ruote che in città stavano per debuttare, già aveva avviato un’indagine conoscitiva. Anche per capire come mai né Comune né polizia locale avessero impedito un’invasione iniziata prima del tempo ad opera di quei monopattini “tecnicamente“ ancora fuorilegge.

Secondo i magistrati non era chiaro infatti, in quel momento, in base a quali regole le società impegnate nel settore - da Helbiz a Tier, da Bird a Go Volt - stessero offrendo ai milanesi il noleggio di mezzi certamente ecologici, ma a loro modo pericolosi. Il Ministero non aveva ancora fissato le linee guida con le quali regolare la circolazione e in quella fase le varie società di “sharing“ operavano di fatto senza permessi. Da allora in poi le regole (poco osservate) sono arrivate, così come la moltiplicazione degli incidenti in monopattino.

Ieri il processo si è chiuso con il "non doversi procedere" perché con le ultime modifiche legislative le lesioni colpose (anche le gravi come quelle subite all’epoca dalla donna) sono ora procedibili solo a querela (che non c’è stata, grazie al risarcimento ottenuto).

La difesa della “Bird“ aveva chiesto l’assoluzione nel merito ("senza querela, niente reato)". Ma il pm si è opposto, osservando che in base al ragionamento difensivo, se dopo un investimento vicino a un semaforo quel semaforo venisse tolto per ragioni di viabilità, allora anche l’incidente precedente dovrebbe essere cancellato. Non può essere così, ha concluso il pm. E il giudice le ha dato ragione.

 

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