Milano: casa confiscata, ma ci vive la moglie del boss

La residenza elegante proprietà dello Stato dal 2016 La consorte di Pepè Flachi non l’ha mai abbandonata Due anni per lo sgombero

Giuseppe Flachi, nel 1974

Giuseppe Flachi, nel 1974

Milano, 20 febbraio 2019 -  I nomi sono ancora scritti sul citofono del palazzo signorile. Le tapparelle dell’appartamento abbassate, la porta chiusa. L’indirizzo è via Teano 2, cuore del quartiere Comasina. Un palazzo come tanti. Non fosse per quei nomi: Flachi-Tenace, in bella vista. Era lì l’appartamento di Giuseppe, detto Pepè, Flachi, 68 anni, il boss della Comasina considerato l’erede di Vallanzasca, e della sua signora Licia Tenace, 62.

Era, perché dal 15 gennaio 2016 l’alloggio risulta confiscato e affidato all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). Una disposizione che però è rimasta inattuata fino al 18 dicembre, giorno dello sgombero della signora Flachi, che ancora lo abitava, mentre il marito agli arresti domiciliari è altrove, con gravi problemi di salute. Adesso quell’appartamento, liberato dagli agenti del commissariato Comasina diretti dal vicequestore Antonio D’Urso e dai poliziotti del III Reparto Mobile, che si sono trovati a sgomberare una casa descritta come elegante, arredata con gusto, con mobili di pregio e suppellettili di classe (non oggetto di confisca), diventerà un baluardo dello Stato: un segnale importante che segue la confisca avvenuta lo scorso anno di un negozio ancora in via Teano 2, sempre sottratto alla malavita.

Per l'appartamento Flachi-Tenace, il decreto di confisca era stato emesso dal Tribunale di Milano il 6 novembre 2013, confermato dalla Corte d’Appello il 10 ottobre 2014 e diventato irrevocabile dal 15 gennaio 2016. L’Anbsc aveva notificato l’intimazione allo sgombero a giugno del 2017, invitando la signora Tenace e chiunque occupasse l’alloggio a rilasciarlo entro 30 giorni. Cosa non avvenuta. Fino al 18 dicembre, quando la signora, aiutata da alcuni parenti, ha raccolto i suoi effetti personali per poi spostarsi altrove, avendo 30 giorni di tempo per completare il trasloco (a suo carico) e previo accordo con l’agenzia. Cosa ospiterà quell’alloggio? È ancora presto per dirlo. Di sicuro sarà sede di attività con scopi sociali e istituzionali. Uno schiaffo alla malavita

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