Modella rapita a Milano, Chloe piange: "Qui mi ha aggredita" / VIDEO

La modella inglese rapita ripercorre i luoghi della prigionia

Chloe Ayling la vittima del rapimento

Chloe Ayling la vittima del rapimento

Milano, 20 febbraio 2018 - Lei in aula non c’è, ma appare nel video mentre ripercorre la sua brutta avventura con le lacrime agli occhi. «Stavo per aprire questa porta – dice attraverso l’interprete – ed è qua che mi hanno aggredita alle spalle. Rapita». Così racconta la giovane modella inglese Chloe Ayling, sequestrata lo scorso luglio a Milano e minacciata di essere messa all’asta e venduta sul “deep-web”, la Rete nella sua dimensione sommersa e illegale. Chloe, che alla fine è stata invece liberata in circostanze non ancora del tutto chiarite, ha raccontato agli investigatori gli istanti drammatici del rapimento come emerge da un filmato della polizia “di ricognizione dei luoghi” in cui compare la giovane. Filmato diffuso nel processo a Lucasz Herba, 30enne polacco di Birmingham finito in carcere per il sequestro che avrebbe messo in atto col fratello Michal.

Nel video, mostrato ieri mattina ai giudici della Corte d’assise, si vede la modella che entra con gli investigatori nell’appartamento di via Bianconi, a Milano, dove venne attirata con la scusa di un servizio fotografico e poi aggredita, stordita e sequestrata. Con gli agenti, il 5 agosto scorso, la giovane è tornata poi anche nella baita in Piemonte dove era proseguito il sequestro. «In questo letto - ha detto - dormivo. Io da un lato, Lucasz dall’altro». Secondo le indagini del pm Paolo Storari, la modella ventenne, assistita dall’avvocato Francesco Pesce, venne tenuta segregata tra l’11 e il 17 luglio, prima nell’appartamento milanese e poi in una baita isolata in provincia di Torino. Alla fine, venne liberata dallo stesso Lucasz, un «mitomane avventuriero» secondo gli inquirenti, che voleva accreditarsi sul “deep-web”.

Stando all’inchiesta, sulla quale i media inglesi sollevarono a suo tempo diversi dubbi, i due fratelli (Michal arrestato in Gran Bretagna è ancora in attesa di estradizione) avrebbero anche chiesto al manager e ai familiari della ragazza in un primo tempo 300mila e poi 50mila dollari come riscatto, prima di liberarla avendo scoperto che la giovane era già una mamma e dunque non più appetibile per il “deep-web”. Nelle immagini girate dagli investigatori, Chloe è ripresa anche mentre ripercorre le strade di Viù (Torino) e mostra dove, insieme ai carcerieri, andò a comprare «della frutta» e un paio di scarpe. Poi «la crisi di pianto», come ha spiegato un poliziotto testimone, prima di entrare nella baita dove la modella ha raccontato alcuni dettagli del sequestro. «Mi era permesso di usare questo bagno - ha spiegato - qui, invece, dormivo, occupando un lato del letto». L’agente ha fatto anche vedere ai giudici alcune foto scattate il 12 luglio scorso, quando la polizia entrò nell’appartamento nel corso delle indagini per ritrovare la giovane. Foto che mostravano, oltre ai vestiti della ragazza, anche un foglio lasciato dai rapitori con rappresentati «11 uomini con una tunica lunga e la scritta “Black Death Group - Chloe”».

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