Modella inglese rapita e sequestrata: "Tutto finto, lei cercava notorietà"

Per la difesa di lui il rapimento è stato una farsa, solo una messainscena concordata per consentire alla modella di fare carriera

Chloe Ayling

Chloe Ayling

Milano, 14 dicembre 2017 -  Per la difesa di lui il rapimento è stato una farsa, solo una messainscena concordata per consentire alla modella di fare carriera, di sfondare in un mondo, quello dell’immagine, un po’appannato per la giovane che fino a quel momento era finita solo, in abiti succinti, alla terza pagina dei tabloid inglesi. Il caso è quello della modella inglese Chloe Ayling, 20 anni, e il processo quello a carico di Lucasz Herba, il 30enne polacco di Birmingham che l’avrebbe sequestrata e poi liberata, ufficialmente, stando alle sue dichiarazioni, per metterla all’asta e accreditarsi così sul «deep web» come persona in grado di offrire servizi illegali a chi lo richiedeva. Per il rilascio della donna l’uomo aveva anche chiesto un riscatto in denaro, senza mai ottenerlo. Una vicenda a tratti surreale, con molti punti dubbi.

Ieri mattina, alla prima udienza, dietro le sbarre Herba, che in Inghilterra lavora all’ufficio di collocamento, è apparso smarrito, l’aria da ragazzino ancora più giovane dei suoi 30 anni. La Corte d’Assise ha respinto la richiesta avanzata dalla sua difesa, l’avvocato Katia Kolakowska, di ascoltare in dibattimento la giovane Ayling, già sentita in sede di incidente probatorio. All’istanza si è opposto anche il legale della parte civile, l’avvocato Francesco Pesce, perché la ventenne «non vuole tornare in Italia e vedere ancora il viso del suo sequestratore». In realtà, ha sottolineato il pm Paolo Storari, la giovane che risiede in Gran Bretagna, è già tornata in Italia due settimane fa per un’intervista con una televisione australiana. I giudici d’Assise hanno aggiornato l’udienza al prossimo 7 febbraio, per l’esame dei primi testi del pm Paolo Storari e hanno ammesso l’interrogatorio dell’imputato. Secondo le indagini della squadra mobile la modella di 20 anni, assistita dall’avvocato Francesco Pesce, sarebbe stata attirata a Milano con l’offerta di un servizio fotografico.

Fu poi tenuta segregata tra l’11 e il 17 luglio anche in una baita in Piemonte, e messa all’asta sul web. Alla fine, però, venne liberata dallo stesso Lucasz. L’uomo, finito in carcere il 17 luglio scorso, avrebbe agito con la complicità del fratello Michal Konrad che si trova ancora in Gran Bretagna in attesa dell’estradizione: il suo difensore ha infatti impugnato il provvedimento con cui i giudici di Londra hanno dato il via libera alla consegna dell’uomo alle autorità italiane.

 

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