Milano: due minorenni stuprate, arrestati tre uomini. "Tranquillo le faremo ritrattare"

Sono accusati di aver abusato delle giovanissime e di aver filmato le violenze. Il sospetto di altri casi

L’arresto di uno degli uomini accusati per lo stupro di minorenni

L’arresto di uno degli uomini accusati per lo stupro di minorenni

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Milano, 25 febbraio 2021 - "La convinceremo a ritrattare tutto, non c’è da preoccuparsi". Le frasi captate dagli investigatori nelle intercettazioni dei presunti violentatori rendono l’idea di come questi pensassero di farla franca, parlando di una giovanissima vittima di appena 14 anni. E invece sono finiti nei guai ancora di più, visto che le indagini hanno fatto affiorare altri abusi ai danni di un’altra ragazza, diciassettenne. E di casi potrebbero essercene ancora. "E’ importante che altre eventuali vittime si facciano avanti", è l’appello del sostituto procuratore del V Dipartimento (per la tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli) Maria Letizia Mannella. Intanto, il 1° febbraio tre uomini sono stati arrestati dal Nucleo tutela donne e minori della polizia locale dell’Unità investigazioni e prevenzione: J.A.P.O., di 24 anni, C.A.C.G., di 33, ed E.T.S.C. Di 60, dovranno rispondere dell’accusa di violenza sessuale su minorenni con l’aggravante dell’uso di sostanze alcoliche e, in un caso, per aver realizzato e fatto circolare video pedopornografici.

I tre sono sudamericani, come le vittime. Le indagini partono lo scorso 4 dicembre, dopo che una quattordicenne viene accompagnata dalla madre al Soccorso violenza sessuale e domestica della Clinica Mangiagalli dicendo di aver subito abusi da parte del ventiquattrenne, suo conoscente, e di un ragazzo più grande. Racconta di essersi presentata a un appuntamento con J.A.P.O. in zona Bignami quella stessa mattina: si aspettava che arrivassero altri amici, e invece si ritrova sola con lui e il suo amico C.A.C.G., di 33. I tre acquistano alcolici in un supermercato per poi consumarli in uno scantinato. Già dopo il primo bicchiere la ragazzina non si sente bene ma viene costretta, spiegherà in seguito, a bere ancora, in attesa degli "altri amici" che però non arriveranno. Ma dopo altri due bicchieri ha un mancamento. Riapre gli occhi, si accorge che il ventiquattrenne la sta molestando ma non riesce a opporsi a causa della debolezza. Quindi sviene ancora. Si risveglia qualche ora dopo sul sedile posteriore di un’auto. Ha i pantaloni abbassati, sente e vede le mani del trentatreenne addosso a lei ma ancora non ha la forza di ribellarsi.  

Si riaddormenta e si risveglia alle 16.30, senza il cellulare: glielo avevano tolto. Pretende la restituzione del telefono e poi viene riaccompagnata a casa. Si confida con la mamma e, insieme a lei, va al pronto soccorso. Scattano le indagini a cura della polizia locale, coordinata dalla pm Francesca Gentilini, sostituto procuratore del V Dipartimento. A inchiodare i due sono le intercettazioni telefoniche e l’analisi delle celle agganciate dai cellulari, che confermano l’attendibilità della vittima. Ed emerge un secondo caso: quello di una diciassettenne, che sarebbe stata violentata lo scorso marzo dal ventiquattrenne insieme al sessantenne E.T.S.C, entrambi conosciuti dalla ragazza. Anche in questo caso era stata spinta a bere fino a perdere i sensi.

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