Milano unica Anche i palazzi cambiano pelle

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Malara*

A Milano alcuni edifici cambiano la loro “pelle”, è una metamorfosi dell’architettura poco conosciuta, sottovalutata dagli storici dell’architettura. Cambiare vestito agli edifici nella capitale della moda- verrebbe da dire- è quasi un obbligo, un cambio creativo di scuola politecnica facile da realizzare. Potrebbe sembrare uno spreco rivestire un edificio, dargli un nuovo aspetto, rinnovarlo da capo a piedi, invece è più economico che demolirlo e ricostruirlo. In città sono molti gli edifici che hanno cambiato volto, nel quartiere Isola ad esempio, tra la via Ugo Bassi e via Pepe sono in corso i lavori di sostituzione delle facciate degli edifici del centro direzionale della Società Generali. Trent’anni prima, alla fine degli anni 90’, i progettisti dello studio di architettura Malara Associati avevano rivestito le facciate con una nuova durevole “pelle” per coprire i pannelli prefabbricati che negli anni ’70 erano stati montati su tutti i fronti dall’impresa Brenta. In breve con cadenza inferiore ai trent’anni gli edifici del centro direzionale hanno cambiato aspetto. In quale città d’Italia le facciate di una serie di costruzioni, alte sette piani, hanno vita così breve? Il lettore potrebbe pensare ad un caso isolato invece sono molti gli edifici sparsi in città che cambiano “pelle”. Per conoscerne il numero bisognerebbe fare un censimento. In tal caso Milano conquisterebbe un nuovo primato dopo quello dell’eccellenza nel restauro. Un primato di trasformazione estetica particolarmente significativo per dare bellezza alla città, per rinnovarla di continuo, che meriterebbe di essere registrato con attenzione, confrontando il cambio di “pelle”, edificio per edificio, nella città che, più spesso delle altre, varia inaspettatamente la sua fisonomia.

*Architetto

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