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MARIO CONSANI
Cronaca

Milano, maxi frode Iva: accuse a Gs e Auchan. False fatture, nove ai domiciliari

Nell’inchiesta su presunte “triangolazioni“ tra società italiane e europee per aggirare l’imposta indagati ex vertici dei colossi della distribuzione.

La Guardia di finannza ha condotto l’inchiesta sui colossi della grande distribuzione
La Guardia di finannza ha condotto l’inchiesta sui colossi della grande distribuzione

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Milano, 8 settembre 2022 - Una maxi-frode fiscale con quasi due miliardi di euro in fatture false, e una evasione Iva pari a 260 milioni. E poi un parterre di indagati nel quale figurano, fra gli altri, le società della grande distribuzione Gs e Auchan (ora Margherita), e Miti, che opera nel campo della cura e dell’igiene personale. Nove persone agli arresti domiciliari e altre quattro per le quali è stata disposta l’interdizione dalla professione per un anno dal gip Roberto Crepaldi.

Sono le coordinate di un’indagine dei pm Nicola Rossato e Stefano Civardi condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, che ha portato anche a sequestri per una somma totale di 260 milioni (ritenuto l’equivalente dell’importo evaso) di cui 60 a Gs, controllata da Carrefour, e Auchan. Gli indagati, enti compresi, sono in tutto 46 tra cui l’ex numero uno di Auchan, Franco Castagna; Gerard Lavinay e Stephane Coum rispettivamente ex ad ed ex direttore operativo di Carrefour Italia; Fabio Friserio socio e rappresentante legale di Miti e Alessandro Montanari, ex responsabile import export ed ex procuratore generale di Auchan.

Quest’ultimo è stato il diretto superiore di Gianpietro Racagni, l’ex responsabile dell’ufficio acquisti del ramo italiano della catena francese, ora agli arresti domiciliari come gli imprenditori bresciani Giorgio e Maurizio Lazzari e campani Antonio, Raffaele, Vittorio e Alfonso Crisci. Le accuse a vario titolo sono associazione per delinquere ed emissione e utilizzo di false fatture. Racagni, come riporta l’ordinanza del giudice, sarebbe stato tra gli ideatori e coordinatori degli “affari“ del gruppo e anche il punto di riferimento delle altre società protagoniste della maxi frode. L’ex manager, come ha raccontato agli inquirenti Friserio, avrebbe chiesto per sé il 2 % sugli utili di Miti ricevendo non contanti nè bonifici, ma oltre al pagamento di qualche fattura falsa, due bici elettriche, viaggi, regali e biglietti per lo stadio.

Secondo la ricostruzione , il sistema di frode “carosello“ sarebbe stato portato avanti tra il 2015 e il 2021 sia attraverso false lettere di intenti per effettuare da fornitori italiani, sia attraverso acquisti da fornitori di altri paesi dell’Unione Europea sempre senza applicare l’Iva. Gs e Auchan sarebbero stati intermediari nelle compravendite tra le varie società del circuito con la loro percentuale di guadagno. I dipendenti del colossi avrebbero anche percepito premi per l’incremento dell’attività nel settore export mentre i dirigenti avrebbero agito "nell’interesse e, poi, anche a vantaggio dell’ente stesso", annota il giudice. Le indagini presero il via in seguito a una verifica dell’Agenzia delle Entrate nei confronti di Auchani. Riguardo a Gs, invece, fu un dipendente ad accorgersi delle presunte irregolarità di una pratica, ma le sue mail - ora agli atti dell’inchiesta - caddero nel vuoto.

M.Cons.