Milano, i 40 anni dalla prima messa di Martini: "Maestro di vita per sempre"

Il 10 febbraio 1980 l’ingresso come arcivescovo e la prima messa in Duomo, Il ricordo di don Gregorio Valerio, l’ultimo segretario del gesuita a Milano

L'ingresso a Milano del cardinal Martini

L'ingresso a Milano del cardinal Martini

Milano, 10 febbraio 2020 - Quarant’anni fa Carlo Maria Martini faceva il suo ingresso ufficiale a Milano come arcivescovo, all’età di 53 anni. Una presenza forte nella vita della città e dell’Italia, che attraversò il periodo del terrorismo con il dialogo con i militanti di Prima Linea detenuti e lo storico momento della consegna delle armi in diocesi, nel 1984. La fine della guerra fredda e tangentopoli, tragedie come il disastro aereo di Linate, incontri con religiosi e leader politici, l’amicizia con il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Il coraggio di affrontare temi come Chiesa e sessualità, celibato dei sacerdoti, eutanasia e fine vita, coppie gay, con riflessioni in grado di anticipare i tempi. "L’eredita che ci ha lasciato è l’ascolto della Parola, che rende Dio protagonista della vita umana", spiega don Gregorio Valerio, che dal 1996 al 2002 fu segretario del cardinal Martini. Un rapporto che iniziò proprio quarant’anni fa, quando don Gregorio, all’epoca direttore dell’emittente che poi sarebbe diventata Radio Marconi trasmetteva in diretta la prima messa dell’arcivescovo gesuita in Duomo.

Il sacerdote di 78 anni, che ieri ha pregato davanti alla tomba del cardinale in Duomo, di recente ha pubblicato anche un’antologia dei suoi diari (“Il mio Martini segreto”) che ogni sera, negli anni da segretario, riempiva di preghiere e riflessioni. Un racconto dell’arcivescovo "dietro le quinte", con l’obiettivo di fare in modo "che sia guardato come un maestro di vita attuale, perché le sue azioni assumono un significato anche per le problematiche di oggi". Due giorni dopo il suo ingresso in diocesi, Martini fu colpito dall’omicidio del suo amico Vittorio Bachelet. Celebrò i funerali di altre vittime del terrorismo come il giudice Guido Galli e il giornalista Walter Tobagi ma iniziò anche un dialogo con i terroristi detenuti. L’apertura al dialogo interreligioso, il sostegno in momenti difficili della città, come il disastro aereo di Linate in cui morirono 118 persone, spiegano l’affetto dei milanesi per Martini. "Ci siamo precipitati a Linate - racconta don Gregorio Valerio - nell’hangar dove venivano portate le salme. Lui si è avvicinato ai parenti e ha portato conforto. Ha voluto essere presente anche quando è avvenuta la strage nella camera iperbarica del Galeazzi". Un affetto che i milanesi hanno ricambiato con una coda interminabile, formata da oltre 200mila persone, per visitare la camera ardente in Duomo dopo la morte del cardinale, il 31 agosto 2012.  

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro