Milano, i numeri parlano chiaro: "Qui mancano famiglie affidatarie"

In mille allontanati dai genitori. Pochi candidati per accoglierli

Mancano le famiglie affidatarie a Milano

Mancano le famiglie affidatarie a Milano

Milano, 26 luglio 2019 - Poche famiglie, rispetto alle necessità, a Milano sono disposte ad accogliere bimbi e adolescenti in situazioni di disagio, che per un periodo più o meno lungo devono essere allontanati dai genitori. Circa 30 minorenni ogni anno, pur avendo bisogno di un progetto di affido familiare, restano tagliati fuori per carenza di nuclei idonei. E, quindi, finiscono in comunità. Uno scenario che emerge dai dati dell’assessorato alle politiche sociali del Comune di Milano su un tema delicato finito sotto i riflettori dopo che è esploso il “caso Bibbiano”, l’inchiesta della Procura di Reggio Emilia su un presunto giro di affidi illeciti nella Val d’Enza reggiana che ha coinvolto assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e una rete di famiglie che avrebbe sfruttato il business legato ai contributi pubblici mensili. A Milano il numero di minorenni collocati fuori dal loro nucleo familiare naturale è stabile nel corso degli ultimi anni.

E, dietro i numeri, si nascondono esistenze segnate da abbandono e abusi, miseria e tossicodipendenza, nuclei familiari disgregati e un percorso a ostacoli per superare le difficoltà. Scorrendo i dati del 2018, sono 311 i bambini o ragazzi (in alcuni casi anche giovani con più di 18 anni che stanno proseguendo un percorso) in affido familiare, tra cui 49 presso parenti. Solo l’11.2% ha meno di cinque anni, mentre il resto si colloca in maniera omogenea nella fascia d’età tra 6 e 18 anni. Il 10.6%, invece, ha più di 18 anni. Altri 647 giovani sono stati invece collocati in comunità sul territorio.

Fra questi ci sono anche ragazzi bisognosi di un progetto di affido familiare, che però non va in porto per mancanza di candidati ad accoglierli. Sono 43, invece, i bambini e ragazzi dati in adozione. Un totale, quindi, di 1001 giovani milanesi che l’anno scorso sono stati collocati fuori dalla famiglia naturale, seguendo le disposizioni del Tribunale per i minorenni.

«L’allontanamento dalla famiglia d’origine è sempre l’ultima soluzione», spiega Anna Maria Caruso, Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Milano e magistrato della giustizia minorile in pensione. Numeri già alti, che arrivano a raddoppiare considerando anche i minori non accompagnati, arrivati in Italia con le ultime ondate migratorie. Sono circa 700-800 quelli seguiti dai servizi sociali a Milano. Quasi tutti si trovano in comunità. «La quota affidata a famiglie è ancora marginale - spiega Anna Maria Caruso - e per questo si pensava di avviare una campagna di dialogo anche con le comunità straniere. In generale ci sono pochi candidati e non è facile trovare la famiglia affidataria giusta per ogni ragazzo, con le declinazioni affettive ed empatiche necessarie per sostenere un percorso».

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