Milano, in Comune allarme bilancio: "Ci servono 200 milioni"

Sala: "Il Governo intervenga o non riusciremo a far quadrare i conti del 2022. In calo gli introiti da Sea e Atm. E le città virtuose sono le più penalizzate"

Il Sindaco Beppe Sala

Il Sindaco Beppe Sala

Scatta l’allarme rosso sui conti del Comune. Il sindaco Giuseppe Sala dice a chiare lettere che "senza 200 milioni di euro di intervento da parte del Governo non riusciremo a chiudere il bilancio preventivo del 2022". Palazzo Marino ha tempo fino al 31 maggio per approvare la manovra ma all’appello mancano ancora i ristori da Roma. In tempi di emergenza Covid e di crisi economica, infatti, il Governo ha inviato al Comune 478 milioni di euro nel 2020 e 461 milioni nel 2021 per consentire a Milano di far quadrare i conti. Quest’anno, per ora, zero. Certo , nel 2022, con la fine, almeno si spera, dallo stato di emergenza da pandemia, i conti dovrebbero migliorare, ma non tanto da consentire alla Giunta e al Consiglio di approvare un bilancio in pari senza gli aiuti economici da parte del Governo. "I costi sono fissi, i ricavi no – ricorda Sala –. In questo momento paghiamo difficoltà soprattutto perché non abbiamo i dividendi della Sea (nel 2019 la Spa aeroportuale aveva versato al Comune 85,4 milioni di euro, nel 2020 e 2021 zero, ndr ) e anche perché sul trasporto pubblico pensate a quanta bigliettazione in meno viene fatta". Sul fronte delle tariffe Atm, dopo i 437 milioni di euro incassati nel 2019, gli introiti sono calati a 117 milioni nel 2020 e a 350 milioni nel 2021. Con meno traffico, sono diminuiti anche gli incassi da multe: 244 milioni di euro nel 2019, 146 milioni nel 2020 e 190 milioni nel 2021.

«Al momento io vado avanti, mi prendo le mie responsabilità sui costi come se il problema poi lo risolvessimo e quindi non taglio i servizi – continua il sindaco –. Rimane il fatto che restiamo appesi a una decisione del Governo. Ne sto parlando con tutti, ho incontrato due volte il ministro dell’Economia Daniele Franco, ne ho parlato con il presidente del Consiglio (Mario Draghi, ndr ) proprio sabato pomeriggio, la questione la conoscono, non è solo di Milano ma per Milano è un filo più grave". Più grave perché? "C’è questo paradosso: i Comuni più virtuosi, più ricchi in condizioni normali, in questo momento pagano più pegno, altri hanno meno ricavi e sono più facilmente bilanciabili". C’è anche il problema degli appalti pubblici: "Aziende a cui abbiamo affidato i lavori ci prospettano la difficoltà a farli con le tariffe concordate. Il Governo fino a prima della guerra aveva ipotizzato un adeguamento del 4% sulle tariffe per i lavori pubblici ma è evidente che oggi non basta". Il capogruppo di FdI Riccardo Truppo, intanto, protesta: "Sala venga a riferire immediatamente in Consiglio. Non è possibile rappresentare un’emergenza simile a margine di un evento pubblico".

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro